«Solo in Italia, attualmente, le persone in cura per disturbi alimentari sono circa 3 milioni e mezzo. Il dato più allarmante, recentemente riportato dal ministero della Salute, è che nel solo 2023 i nuovi casi registrati sono arrivati ad una cifra pari a 1.680.456, con una età media di insorgenza di 17 anni. In generale, dal 2019, si è assistito ad una crescita continua e progressiva del numero di casi negli anni e ad un notevole abbassamento dell’età media». È l’allarme lanciato dai farmacologi della Società italiana di farmacologia (Sif) riuniti a Camerino per il convegno «Behavioral and metabolic aspects of obesity and eating disorders», organizzato dal gruppo di lavoro “Obesità, sindrome metabolica, e disordini alimentari” in seno alla Sif e dall’Università degli Studi di Camerino. La tre giorni ha avuto come obiettivo di «presentare i recenti progressi scientifici riguardanti i meccanismi biologici alla base di tali patologie, e promuovere lo sviluppo di terapie farmacologiche innovative, per offrire alle persone affette da tali patologie nuove prospettive terapeutiche».
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Le persone affette da disturbi alimentari in Europa
Come evidenziato dalla Sif «un altro dato significativo è che non c’è più una netta prevalenza dei casi nel sesso femminile. Naturalmente, i numeri non riguardano solo l’Italia, ma sono un problema di interesse globale. Ad esempio, a livello Europeo sono almeno 20 milioni di persone affette da disturbi alimentari, e sono oltre 55 milioni le persone che ne sono colpite in tutto il mondo». Inoltre «non solo i disordini alimentari, ma anche l’obesità rappresenta, ad oggi, una delle principali emergenze per la sanità pubblica. Infatti, questa patologia incide profondamente sullo stato di salute dell’individuo, in quanto è spesso accompagnata da numerose comorbidità, quali diabete tipo 2, malattie cardiovascolari, e può anche favorire significativamente il rischio di insorgenza di tumori».
«Patologie psichiatriche altamente invalidanti»
Carlo Cifani, docente di farmacologia dell’Università di Camerino e coordinatore del gruppo di lavoro Sif, ha spiegato che «i disturbi del comportamento alimentare sono patologie psichiatriche altamente invalidanti, e che compromettono significativamente la salute psico-fisica ed il funzionamento sociale degli individui che ne sono affetti. «I disordini alimentari più conosciuti e più frequenti sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating disorder, anche noto come disturbo da alimentazione incontrollata». Secondo Cifani «questi disturbi hanno come caratteristica comune la presenza di comportamenti alimentari disfunzionali ed eccessiva preoccupazione per il peso e per la forma corporea».
Preoccupazione per l’obesità infantile
Silvana Gaetani, docente di farmacologia all’Università “La Sapienza” di Roma, ha sottolineato che «dati aggiornati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riportano che dal 1990 al 2022, la prevalenza mondiale di obesità è praticamente raddoppiata. Infatti all’incirca il 43 % ed il 16 % degli adulti (sopra i 18 anni) sono risultati essere rispettivamente in sovrappeso e obesi a livello mondiale. Molto preoccupante è anche il dato relativo all’obesità infantile, considerando che circa 37 milioni di bambini sotto i 5 anni risultano essere già in sovrappeso, mentre sono oltre 390 milioni i bambini in sovrappeso tra i 5 e i 19 anni».
Patologie delle società occidentali
Giuseppe Cirino, presidente della Società italiana di farmacologia Sif, ha sottolineato che «sia l’obesità che i disordini alimentari sono delle patologie multifattoriali, la cui eziopatogenesi coinvolge fattori di natura psicologica, sociale e genetica. Inoltre, soprattutto nelle civiltà occidentali, l’attuale elevata disponibilità di cibi ultra-processati a costi relativamente bassi, favorisce lo sviluppo di abitudini alimentari non corrette, che incrementano il rischio di quella che viene oggi definita come “dipendenza da cibo”, fattore determinante nello sviluppo dell’obesità e dei disordini alimentari soprattutto in individui particolarmente predisposti e suscettibili».
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