distribuzione farmacia«Sicuramente c’è da migliorare, anche alla luce delle nuove opportunità tecnologiche che via via arrivano nel settore e che rappresentano un elemento essenziale per il processo di ammodernamento». È con queste parole che il presidente di Federfarma Servizi, Antonello Mirone, commenta un articolo apparso sul magazine Economy, nel quale si analizza il sistema di distribuzione del farmaco in Italia, sulla base dei risultati di uno studio dell’università Carlo Catteneo di Castellanza.
«È vero – prosegue il dirigente – che alcune modifiche possono essere fatte. Una volta era indispensabile avere dei magazzini di riferimento a livello provinciale o regionale. Oggi questa struttura non ha più le stesse ragioni di esistere, tenendo conto del processo di ottimizzazione che ha subito tutta la filiera nel corso del tempo anche dal punto di vista logistico, con la possibilità di collegare i magazzini centrali e le filiali su tutto il territorio nazionale. È per questo che è possibile immaginare un processo che vada verso una concentrazione dei distributori intermedi». Lo studio dell’università Carlo Cattaneo sottolineava in questo senso il fatto che in altri Paesi il numero di attori è molto inferiore rispetto all’Italia. «Per quanto riguarda i depositari, la questione dipende dalle politiche delle industrie. Pur non essendo il mio campo, mi sento di dire che si sta andando verso un cambiamento, con alcune piattaforme che servono centralmente tutti i magazzini. È chiaro che c’è bisogno di un ulteriore processo di ottimizzazione della filiera, ma è un percorso che va fatto in modo condiviso, affinché i ruoli di ciascuno non siano imposti. Occorre sempre ricordare che parliamo di farmaci, un bene sensibile». Secondo Mirone, alcune modifiche potrebbero aiutare anche a fronteggiare i casi di carenze di farmaci, dovuti a numerosi fattori tra i quali anche la pratica del parallel trading: «Se si va verso una riorganizzazione sarebbe opportuno che l’industria evitasse, per quello che le è consentito, canali diversi da quelli tradizionali. Inoltre, benché si tratti di una pratica lecita, esiste un problema legato alle farmacie che vengono anche all’ingrosso, perché in questo modo si turba il mercato interno. Un grosso passo in avanti, in ogni caso, sarà quello della tracciabilità completa, con l’introduzione del codice identificativo europeo con datamatrix, che permetterà di controllare l’intero percorso, dalla produzione all’utente finale».

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