Come noto, l’abuso e l’utilizzo inappropriato degli antibiotici contribuiscono allo sviluppo dell’antibiotico-resistenza (Abr), una delle questioni che destano maggiore preoccupazione nella medicina di oggi. In tale contesto, i farmacisti territoriali potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella lotta all’Abr, fornendo ai pazienti informazioni sull’uso corretto di questi farmaci. Aida Bianco, Francesca Licata e Alessandro Trovato, afferenti al Dipartimento di Scienze della Salute, Scuola di Medicina, dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, insieme a Francesco Napolitano e Maria Pavia, del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli, hanno recentemente pubblicato su Antimicrobial agents and chemotherapy, dell’American society for microbiology, i risultati di uno studio trasversale condotto in Italia.

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Il fenomeno della dispensazione nelle farmacie

I ricercatori hanno voluto analizzare il fenomeno della dispensazione di antibiotici in assenza di prescrizione (Dispensing antibiotic without prescription, Dawp) nelle farmacie di comunità, valutando l’estensione della pratica e prendendo in considerazione il livello di conoscenza e l’atteggiamento dei farmacisti circa l’Abr. Utilizzando un questionario suddiviso in cinque sezioni è stato quindi condotto uno studio a livello nazionale, volto a raccogliere dati su caratteristiche demografiche e professionali, preparazione e atteggiamento verso Abr e Dawp, fonti di informazione impiegate per aggiornare le conoscenze sull’Abr da parte dei farmacisti del territorio. Sono state anche indagate le motivazioni legate all’eventuale dispensazione di antibiotici senza ricetta medica e l’impegno del farmacista a trasmettere al paziente le informazioni sui potenziali effetti collaterali di questi farmaci e a sensibilizzarlo in merito all’importanza dell’aderenza al regime terapeutico.

I risultati dello studio

Il 37.1% dei partecipanti allo studio ha riferito di aver dispensato antibiotici senza prescrizione, nonostante il 93.7% fosse a conoscenza del fatto che la pratica fosse illegale. Nel 95.5% dei casi il farmacista ha chiesto al paziente informazioni sulle sue allergie ai farmaci e l’82.5% ha investigato sulle terapie in corso. Il 66.2% dei farmacisti ha avvertito i pazienti degli effetti collaterali associati all’utilizzo di antibiotici e il 55% li ha informati dell’importanza di completare l’intero ciclo. È emerso che il principale fattore predittivo di Dawp fosse la disposizione a compiacere gli utenti che trovavano difficoltà a consultare il proprio medico. La percentuale considerevole di casi di Dawp spiega la facilità con cui la popolazione generale corra il rischio di abusare degli antibiotici o di farne un uso improprio. Per il futuro, gli studiosi del team di ricerca auspicano che la classe politica lavori per una migliore applicazione delle normative vigenti sulla dispensazione dei farmaci antibatterici dietro esclusiva prescrizione del medico e sviluppi strategie di monitoraggio per garantire il rispetto delle leggi nella pratica farmaceutica.

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