L’ex presidente di Federfarma Caserta, Vincenzo De Lucia, ha commentato le decisioni assunte nel corso dell’ultima assemblea di Federfarma nazionale, in particolare in merito alla questione delle «incompatibilità previste per il Consiglio di presidenza e il Consiglio delle regioni», sulla quale sono state fornite «chiare indicazioni sulla volontà di estendere tali limitazioni a tutti gli organismi della Federazione, compresi quelli territoriali, attraverso interventi vincolanti sulle carte statutarie». Ciò perché «le situazioni di conflitto d’interesse danneggiano la farmacia e indeboliscono la posizione del sindacato nei confronti degli interlocutori istituzionali». Le incompatibilità, prosegue De Lucia, riguardano in particolare «il ruolo di componente del Consiglio di presidenza o del Consiglio delle regioni» e la pratica della «distribuzione intermedia del farmaco (anche in società)», nonché «la proprietà o l’amministrazione di parafarmacie (anche in società)» o ancora il possesso di «ditte o società che forniscono beni e servizi a Federfarma o alle farmacie. A mio giudizio si tratta di una eccellente decisione assembleare che, in linea con le modifiche statutarie effettuate negli ultimi anni da un lato rende sicuramente il nostro sindacato più trasparente, più democratico, più moderno e meno verticistico. Dall’altro cerca di innescare un virtuoso meccanismo di rinnovamento che può agevolare l’adeguamento del nostro sindacato ad una società in continua e rapida evoluzione. C’è ancora moltissimo da fare, ma è chiaro che un evidente cambio di marcia si sta verificando negli ultimi anni».
Tuttavia, l’ex presidente di Federfarma Caserta punta il dito contro una situazione specifica: «Solo per caso ho avuto la possibilità di accedere ad una visura delle numerose attività collegate con il mondo della distribuzione e della farmacia del collega Marco Cossolo, attuale coordinatore del Consiglio delle regioni, cioè dell’organismo che ha elaborato e approvato la proposta di regolamento sulle incompatibilità. Tale visura evidenzia la sua presenza, con numerose cariche, in imprese collegate alla distribuzione intermedia del farmaco e che svolgono servizi di supporto alle farmacie ed anche attività di import ed export». In particolare, scrive De Lucia, «sembra che, almeno fino a qualche tempo fa, il dott. Cossolo sia stato amministratore delegato della Unifarma Spa, il cui 36% appartiene ad Alliance Healthcare, oltre ad avere incarichi di rilievo all’interno di Federfarma. Come è noto, Cossolo si propone come futuro presidente di Federfarma nazionale e, quindi, massimo garante dei titolari di farmacia d’Italia». «La mia – aggiunge il farmacista – non vuole essere una difesa dell’attuale gestione Federfarma, tutt’altro». Tuttavia, il richiamo è a «cercare di eliminare qualsiasi ombra sulle future scelte sindacali fatte dai nostri rappresentanti, perché esse saranno determinanti per il futuro della farmacia italiana. Mi piacerebbe che i colleghi farmacisti che condividono le mie riflessioni potessero confrontarsi, anche su questo giornale, sul tema affrontato, poiché ritengo giusto e doveroso che chi sarà chiamato a scegliere il nuovo Consiglio nazionale, tenga nella giusta considerazione la categoria che rappresenta».
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Di seguito il testo integrale della lettera a firma di Vincenzo De Lucia
Risale a poco tempo fa l’ultima assemblea di FEDERFARMA nazionale e, dalla lettura di quanto deliberato, nascono spontanee alcune riflessioni.
In questa seduta si sono condivise, a larga maggioranza, tutta una serie di incompatibilità previste per il Consiglio di Presidenza e i Consiglio delle Regioni; si sono date chiare indicazioni sulla volontà di estendere tali limitazioni a tutti gli organismi della Federazione, compresi quelli territoriali, attraverso interventi vincolanti sulle carte statutarie.
Si è, infine, ribadito, ripeto, a larghissima maggioranza, che le situazioni di conflitto d’interesse
“danneggiano la Farmacia e indeboliscono la posizione del Sindacato nei confronti degli interlocutori istituzionali”.
Vorrei ricordare che lo stesso Consiglio delle Regioni ha stabilito, con atto ufficiale, che sono incompatibili con il ruolo di componente del Consiglio di Presidenza o del Consiglio delle Regioni i titolari che effettuano distribuzione intermedia del farmaco (anche in società) e quelli che sono proprietari o amministratori di parafarmacie (anche in società) o possiedono ditte o società che forniscono beni e servizi a Federfarma o alle farmacie.
Sono esattamente sei i casi che, in base al regolamento approvato, generano conflitto di interesse.
A mio giudizio, si tratta di una eccellente decisione assembleare che, in linea con le modifiche statutarie effettuate negli ultimi anni ( vedi limite di tre mandati ed elezione del Presidente Nazionale da parte dell’assemblea e del Presidente Rurale da parte dell’assemblea del SUNIFAR), da un lato rende, sicuramente, il nostro sindacato , più trasparente, più democratico, più moderno e meno verticistico e, dall’altro cerca di innescare un virtuoso meccanismo di rinnovamento che può agevolare l’adeguamento del nostro sindacato ad una società in continua e rapida evoluzione.
C’è ancora moltissimo da fare, ma è chiaro che un evidente cambio di marcia si sta verificando negli ultimi anni!
A questo punto, però, viene spontaneo evidenziare una profonda contraddizione tra ciò che il nostro sindacato decide di autoregolamentare, mostrando sensibilità al valore della immagine e della credibilità dei propri rappresentanti, e ciò che nella realtà succede.
Solo per caso, essendo un semplice titolare di farmacia (con un passato da presidente territoriale di Federfarma e rappresentante del Consiglio delle Regioni), ho avuto la possibilità di accedere ad una visura delle numerose attività, collegate con il mondo della distribuzione e della farmacia, del collega Marco Cossolo, attuale coordinatore del Consiglio delle Regioni, cioè dell’organismo che ha elaborato ed approvato la proposta di regolamento sulle incompatibilità.
Tale visura evidenzia la sua presenza, con numerose cariche, in imprese collegate alla distribuzione intermedia del farmaco e che svolgono servizi di supporto alle farmacie ed anche attività di import ed export.
Sembra che, almeno fino a qualche tempo fa, il dott. Cossolo sia stato amministratore delegato della UNIFARMA SPA il cui 36% appartiene ad ALLIANCE HEALTHCARE,oltre ad avere incarichi di rilievo all’interno di Federfarma,ma,su tutte queste attività,che sicuramente mostrano il grande dinamismo del collega,ci sarebbero molte osservazioni da fare (e non solo) in relazione alle incompatibilità deliberate dal sindacato nell’ultima assemblea.
Come è noto Cossolo si propone come futuro Presidente di Federfarma nazionale e, quindi massimo garante dei titolari di farmacia d’Italia, ma credo che, nel suo caso specifico, quella amplissima volontà espressa dall’assemblea e finalizzata al massimo della trasparenza e della credibilità dei propri rappresentanti, non venga rispettata!
Forse continuo ad avere una visione antiquata della figura del sindacalista, ma l’ho sempre vista come quella di un attivo e competente farmacista, profondo conoscitore del lavoro dietro al banco, che dedica una parte del proprio tempo alla tutela dei diritti dei colleghi e non riesco ad immaginarlo come un professionista del “pianeta farmacia” con molteplici interessi, a volte contrapposti, nel mondo della distribuzione e dell’export, e di assistenza alle imprese.
La mia non vuole essere una difesa dell’attuale gestione Federfarma, tutt’altro! Ritengo, anzi, che quando il nostro sindacato propone nuovi scenari,mostra chiari segni di vitalità e di voglia di fare sempre meglio e di più.
Ben vengano, allora, stimolati anche da quella regola statutaria (che andrebbe estesa a tutti i territori) della obbligatorietà del limite di mandato, ma cerchiamo di eliminare qualsiasi ombra sulle future scelte sindacali fatte dai nostri rappresentanti, perchè esse saranno determinanti per il futuro della farmacia italiana.
Mi piacerebbe che i colleghi farmacisti che condividono le mie riflessioni potessero confrontarsi, anche su questo giornale, sul tema affrontato, poiché ritengo giusto e doveroso che chi sarà chiamato a scegliere il nuovo Consiglio Nazionale, tenga nella giusta considerazione la categoria che rappresenta.
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