ddl vacciniSi allontana il voto di fiducia sul Ddl con il quale si dovrebbe convertire il decreto legge sui vaccini. Ciò perché il Partito democratico e Forza Italia hanno raggiunto un’intesa, partendo dal presupposto che sul tema «esiste un vero dibattito nel Paese». A riferirlo è il Sole 24 Ore che ricorda come l’Aula debba esprimersi su circa tra emendamenti e subemendamenti. Nel frattempo, notizia di particolare importanza per i farmacisti, la commissione Bilancio ha intanto bocciato due importanti proposte di modifica, «proposte, rispettivamente, dai senatori di Forza Italia e dalla relatrice Patrizia Manassero (Pd) e altri». Si tratta della norma che consentirebbe di somministrare la profilassi anche all’interno delle farmacie. La ragione del no da parte della commissione, ha riferito la relatrice nell’organismo parlamentare, Magda Zanoni (Pd) è legata al fatto che «malgrado sulla carta non si prevedessero nuovi o maggiori oneri, implicitamente l’emendamento, privo di relazione tecnica, comportava tutta una serie di passaggi burocratici e di impegni che inevitabilmente avrebbero comportato spese. A partire dai rimborsi per i medici che avessero accettato di spostarsi nelle farmacie e dai compensi per gli infermieri che li aiutassero». Il secondo stop è arrivato all’emendamento con il quale si è proposto di introdurre vaccinazioni obbligatorie anche per gli operatori sanitari e socio-sanitari, nonché per quelli scolastici. Nel pomeriggio di mercoledì 12 luglio l’Aula ha dedicato quasi tutta la seduta agli interventi sul disegno di legge ed in particolare alla richiesta avanzata dal M5S, e appoggiata dalla Lega Nord e dal gruppo dei verdiniani di non procedere all’esame degli articoli. La proposta è stata respinta, e subito dopo è arrivata l’intesa FI-Pd, che secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore avrebbe potuto riaprire anche la possibilità di effettuare i vaccini in farmacia, superando lo stop della commissione Bilancio. Una nuova versione del testo, infatti, era stata presentata in Aula dalla relatrice Manassero. Essa dava «alle Regioni (senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica) la possibilità di autorizzare presso le farmacie aperte al pubblico la somministrazione dei vaccini da parte di medici coadiuvati da infermieri o altri assistenti, “in spazi idonei sotto il profilo igienico sanitario”». Il vice-presidente della Fofi Luigi D’Ambrosio Lettieri è intervenuto nel corso del dibattito lanciando un appello a non fare del dibattito sui vaccini una questione ideologica, bensì prettamente scientifica. Tuttavia la senatrice ha deciso di ritirare la proposta, a quanto pare proprio in ragione di probabili problemi sempre legati alla copertura finanziaria.

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