Il 30 agosto scorso si è tenuto presso la sede di Federfarma Napoli un incontro con commercialisti e professionisti del settore per discutere della nuova legge sulla Concorrenza. A riferirlo è la stessa associazione di categoria, il cui presidente Michele Di Iorio fa sapere che a partecipare, «oltre ai rappresentanti del Consiglio di Federfarma, al Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli Vincenzo Santagada e all’amministratore delegato di Credifarma Marco Alessandrini, sono stati più di 20 commercialisti in rappresentanza dei maggiori studi professionali che collaborano a vario titolo con le nostre farmacie» Nella sua introduzione, Di Iorio ha evidenziato «la scarsa redditività delle nostre attività, un dato ormai, purtroppo, consolidato nel tempo, ma anche la riconquistata regolarità dei pagamenti da parte delle 3 ASL napoletane». Il presidente di Federfarma Napoli ha quindi manifestato le proprie perplessità in relazione alla legge, parlando di «evidenti paradossi giuridici» e invitando i professionisti «ad intervenire anche sui temi e gli interrogativi che in questi giorni ci poniamo tutti, ossia quali possano essere le ricadute immediate e quali gli scenari a medio e lungo termine, ma soprattutto quali debbano essere gli atteggiamenti della categoria per fronteggiare una realtà particolarmente severa». Il dibattito che ne è scaturito è stato particolarmente ricco di spunti: «Considerata la complessità, quanto la vastità e le ricadute operative sulle nostre aziende – ha aggiunto Di Iorio – ho ritenuto opportuno individuare ulteriori incontri con i commercialisti anche alla luce delle imminenti indicazioni che verranno da Federfarma nazionale prima di convocare un’assemblea straordinaria nella quale presentare ai colleghi lo scenario sul quale andrà a muoversi la farmacia». «Noi vogliamo restare farmacie indipendenti – ha infine affermato il dirigente – resistendo alle eventuali lusinghe di un “mercato” che ancora non possiamo identificare. Quella sulla Concorrenza è una norma con la quale dobbiamo imparare a convivere, consapevoli che il capitale professionale che da centinaia di anni investiamo con orgoglio nel prenderci cura dei cittadini non è né aggredibile né negoziabile, ma è difendibile, se ne saremo all’altezza, rispetto a coloro che immaginano di trasformare la farmacia in un esercizio esclusivamente commerciale».
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