
Ora la riflessione nasce spontanea: quale sostanziale diversità si pone tra la tutela del diritto di difesa del cittadino e la tutela del diritto alla sua salute? Non sarà che i principi ispiratori di tale considerazione siano applicabili a tutte e due i casi?
Esprimiamo plauso per i colleghi professionisti che come noi hanno a cuore l’interesse pubblico più di quello privato e siamo contenti di sapere che comunque in casi come questo il buon senso ed il raziocinio abbiano la meglio su quelle che sono dinamiche puramente di interesse economico. Rimane per noi importante l’interesse della persona e non il suo valore economico, concetto che si vuole far passare a tutti i costi anche da categorie di settore. Rimaniamo convinti che il mero guadagno non si sposi con la garanzia del sistema salute che tanto ci invidiano. La professione e la professionalità del farmacista non può e non deve essere mercificata.
D’altra parte a sostegno del valore della professione del farmacista è la volontà di renderla più attuale e rispondente alla necessità della popolazione.
È di pochi giorni la notizia che sta procedendo il percorso di riforma del piano di studi, sulla base del documento già approvato dalla Conferenza Nazionale dei Direttori di Dipartimento di Farmacia.
Il prossimo obiettivo è l’approvazione della Conferenza stessa dopo aver proceduto alla consultazione dei docenti delle varie aree scientifico-disciplinare.
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