Con la fine della pausa estiva e la riapertura del Parlamento, si preannuncia un autunno caldo per la farmacia. Sul tavolo c’è il tanto discusso ddl concorrenza per la liberalizzazione di alcuni settori, tra cui quello del farmaco. Tra i punti topici l’ingresso dei capitali in farmacia e la vendita dei medicinali di Fascia C con obbligo di prescrizione anche nelle parafarmacie e nella grande distribuzione. A giugno sono stati auditi in commissione alla Camera i principali attori della categoria, come FarmaciaVirtuale ha raccontato ai lettori, l’iter parlamentare è poi continuato nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, per poi arrivare al rinvio dei lavori a fronte di qualche centinaio di emendamenti.
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Il caldo agostano non solo non ha sopito lo scontro tra sostenitori e contrari alla liberalizzazione della Fascia C, ma anzi lo ha acceso, con una serie di botta e risposta a distanza. Secondo i rumors di palazzo, la ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi sarebbe per un’apertura della commercializzazione, ipotesi sostenuta pubblicamente da Scelta civica, che con una figura non di secondo piano come il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti ha ribadito alla vigilia delle vacanze che la liberalizzazione «resta tra gli interventi prioritari». Un assist che è stato molto apprezzato dal presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane, Davide Gullotta, e che al contrario ha creato malumore in Federfarma, con la presidente Annarosa Racca che ha subito replicato che «abbiamo già cercato di spiegare a Scelta civica che differenza c’è tra la tutela del servizio farmaceutico e la ricerca di misure oligopolistiche che fanno solo il gioco delle multinazionali, proveremo a chiarirlo una volta di più, noi intanto siamo certi che, alla ripresa dei lavori, le commissioni proseguiranno l’esame del ddl nel solco tracciato dagli emendamenti dei relatori, dove non c’è riferimento ad alcuna deregulation dei farmaci con ricetta».
Intanto, torna all’attacco anche il Movimento nazionale liberi farmacisti, che insieme alla Confederazione unitaria delle libere parafarmacie italiane e ad altre sigle quali il Movimento difesa del cittadino ha preparato per l’8 settembre un’iniziativa che già dal titolo chiarisce le intenzioni degli organizzatori. Si tratta del “No Casta Day. Giornata nazionale di protesta contro lobby e corporazioni”. Per quel che riguarda la farmacia, la richiesta è «al Governo e al Parlamento d’invertire la rotta ad iniziare dal testo in discussione in Parlamento sulla concorrenza, favorendo il libero confronto delle capacità nel settore della distribuzione dei farmaci». «L’elevato tasso di disoccupazione giovanile, l’assenza di nuove opportunità e le barriere poste alla libera concorrenza dei saperi hanno determinato il blocco dell’ascensore sociale. Le ragioni della stagnazione economica sono molteplici, ma tra queste sicuramente c’è l’eccessivo peso di lobby e corporazioni», affermano gli organizzatori della giornata, che non risparmiano una stoccata anche contro «quegli ordini professionali che limitano artificiosamente la concorrenza tra i propri iscritti».
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