«Le farmacie pugliesi rischiano di non poter più garantire la dispensazione di ossigeno terapeutico ai pazienti che ne hanno necessità. Per questo chiedo alla Regione di intervenire immediatamente con la fornitura di almeno ulteriori 10mila bombole di ossigeno gassoso e con l’adozione di un provvedimento che autorizzi i medici a prescrivere l’ossigenoterapia attraverso l’ossigeno liquido, in deroga al piano terapeutico». È l’allarme lanciato da Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Ordine interprovinciale dei Farmacisti di Bari e Bat e vice presidente Fofi, il quale ha inviato una nota a Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, a Vito Montanaro, direttore del Dipartimento della Salute, e Antonio Mario Lerario, dirigente della Protezione Civile.

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Gli effetti dell’emergenza sanitaria

«Per effetto della grave emergenza sanitaria per la pandemia da Covid 19 in atto – ha spiegato d’Ambrosio Lettieri – le farmacie accusano un’assoluta difficoltà nel rifornimento di ossigeno terapeutico gassoso sia a causa di carenza di contenitori da parte delle aziende fornitrici che per la prolungata permanenza delle bombole di ossigeno al domicilio dei pazienti».

La carenza dei vaccini

Il dirigente ha ripercorso inoltre il fenomeno della carenza di vaccini antinfluenzali: «Torno, inoltre, a segnalare la necessità di destinare alle farmacie di comunità, che continuano a esserne sfornite in tutta la regione, almeno l’1,5% delle dosi di vaccino antinfluenzale acquistato dalla Regione Puglia, in attuazione di quanto previsto nella Conferenza Stato-Regioni del 14 settembre scorso. Le farmacie sono quotidianamente assediate dai cittadini che richiedono insistentemente di ottenere, su prescrizione medica, una dose di vaccino che i farmacisti, loro malgrado, si trovano nella impossibilità di dispensare. La profilassi vaccinale per l’influenza stagionale, come è noto, è fortemente raccomandata a tutta la popolazione attiva per agevolare la diagnosi differenziata dei sintomi tra influenza e Covid 19, per scongiurare lo sviluppo di severe complicanze e ridurre il ricorso ai servizi di pronto soccorso».

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