Il parlamentare del Movimento 5 Stelle Matteo Dall’Osso ha presentato una proposta di emendamento (la numero 26.029) alla manovra finanziaria, con la quale si punta ad un’abolizione dell’ente previdenziale dei farmacisti.
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«Già tre anni fa – ha commentato il presidente dell’Enpaf Emilio Croce – il deputato si era spinto a definire la contribuzione previdenziale versata all’Ente una “tangente”, salvo poi la correzione del termine, all’interno del testo della sua mozione, in “obolo” da parte del Servizio ispettivo della Camera. Un precedente indicativo dell’approccio a dir poco pregiudiziale che il parlamentare riserva all’istituto di previdenza dei farmacisti, che opera nel pieno rispetto delle leggi e si segnala da anni per l’oculatezza, la trasparenza e il rigore della sua gestione».
Il dirigente parla quindi di «incongruenze e evidenti errori tecnici» del testo, bollandolo come «una provocazione: si chiede, tour court, l’abolizione dell’ente senza preoccuparsi di indicare le coperture economiche che dovrebbero renderla possibile. Ma non basta: la proposta emendativa è ricongiunta a un articolo, il n. 26, che si occupa di tutt’altra materia (incentivi per il contratto di apprendistato), ponendo seri dubbi sulla sua ammissibilità. Dall’Osso, inoltre, deve avere avuto molta fretta nel redigere il suo emendamento, tanto da non avere fatto in tempo a leggere per intero l’articolo 26 che egli si propone di correggere. Un articolo che è composto da un unico comma, al quale Dall’Osso si propone però di aggiungere il comma ter relativo all’abolizione dell’Enpaf».
Croce sottolinea poi «l’assenza di spiegazioni su come si pagherebbero le pensioni dei farmacisti, chi dovrebbe incassare i contributi versati, che fine farebbe il patrimonio dell’Ente e il personale che al suo interno lavora». Per questo secondo il presidente dell’Enpaf si tratta probabilmente di «un segnale», lanciato «in maniera irrituale e forse non del tutto rispettosa della dignità dell’istituzione di cui Dall’Osso si trova a essere pro-tempore un rappresentante. Se così è, non abbiamo alcun problema a raccoglierlo e a renderci più che disponibili a incontrare, anche domani, il parlamentare: potrà così esprimere concretamente le sue considerazioni e suggerimenti sulla previdenza della nostra categoria, e spiegarci i motivi per i quali egli la ritenga avulsa dal contesto previdenziale di tutte le altre professioni».
Come riportato dalla nostra testata, già nel 2016 il deputato pentastellato aveva proposto di «abolire tutti gli ordini professionali». In precedenza, aveva chiesto di introdurre contributi Enpaf «più bassi e su base volontaria».
La revisione del sistema di contribuzione era stata quindi oggetto di una risposta proprio da parte di Croce, nel corso di un’audizione presso la commissione Lavoro della Camera dei deputati.
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