«Rassicuro tutti i colleghi sul fatto che il sindacato c’è e sta rapidamente costruendo una soluzione efficace per mantenere l’indipendenza delle farmacie e per consentire ancora al cittadino di scegliere un servizio professionale, di qualità e attento solo alla salute, in contrapposizione a un’offerta commerciale e speculativa che tratta il farmaco alla stessa stregua di un detersivo». È con questa parole che il presidente di Federfarma Palermo Roberto Tobia ha annunciato il lancio del progetto di “Rete nazionale di protezione” delle 18.500 farmacie italiane da quella che viene definita «l’aggressione dei capitali», conseguenza dell’approvazione della legge sulla Concorrenza.
«Lo scenario peggiore che apre la legge 124 – osserva il dirigente – è una farmacia posseduta al 100% da non farmacisti e, come lavoratore dipendente, un farmacista con l’incarico di direttore, verosimilmente costretto, esattamente come avviene nei punti vendita delle catene, a eseguire le indicazioni della proprietà sul sostenere un farmaco rispetto ad un altro». Di qui la scelta dell’assemblea dei 329 titolari di farmacia della provincia di Palermo di aderire al progetto di rete di Federfarma nazionale, “resistendo” alla tentazione di vendere. «So – ha spiegato Tobia rivolto ai farmacisti palermitani – che siete tempestati da telefonate, pressioni e offerte da parte di presunti rappresentanti di fondi d’investimento e società di capitali. Per questo vi lancio un appello: aspettate questi quattro mesi necessari per costruire la “Rete di protezione”». L’associazione di categoria siciliana fa sapere che la strategia organizzativa della nuova “rete” si baserà su quattro direttrici: «Ridurre e spalmare nel tempo l’indebitamento delle farmacie grazie ad un check-up finanziario e ad nuovo ruolo della controllata di categoria Credifarma; impiego delle risorse della controllata Promofarma per finanziare un sistema omogeneo di gestione aziendale e di digitalizzazione di tutte le farmacie del Paese; inclusione di tutti i soggetti della filiera, compresi gli operatori della distribuzione del farmaco; attivazione di nuovi servizi a standard omogenei che garantiscano la competitività e la sostenibilità economica delle farmacie, come elettrocardiogrammi, Holter cardiaci e pressori, diagnosi in tempo reale, screening di massa, controllo sull’aderenza dei pazienti ai piani terapeutici per limitare gli sprechi del Servizio sanitario nazionale». Marco Cossolo, presidente nazionale di Federfarma ha in questo senso sottolineato come sia «fondamentale dimostrare alle istituzioni la reale capacità delle farmacie di fornire servizi utili per il Ssn. Noi ci opponiamo ai capitali che creeranno concentrazioni di farmacie. Il farmacista che vuole restare indipendente ha una sola via: aderire alla “Rete nazionale di protezione. Ciò gli consentirà di tornare al banco per seguire esclusivamente il rapporto col cliente». Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar, ha aggiunto che «a causa della legge 124, le farmacie rurali, se da un lato non saranno oggetto d’attenzione dei capitali speculativi perché non redditizie, dall’altro vedranno i propri clienti attratti e fagocitati dalla concorrenza delle promozioni lanciate dalle concentrazioni di farmacie nei grandi centri abitati. Di questo passo saremo costretti a consegnare le chiavi ai sindaci».
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