Il Tg3 del 21 maggio 2018 ha riportato la notizia della manifestazione tenutasi a Montecitorio, dove centinaia di professionisti hanno protestato contro la problematica legata al cumulo dei contributi versati, che ad oggi non ha ancora recepito una soluzione, negando, di fatto, a numerosi di andare in pensione, nonostante siano in molti, tra Inps e Casse professionali, ad avere decine di anni di contribuzione già versati. La legge, in vigore da oltre un anno, consente infatti la possibilità di cumulare contribuzioni previdenziali diverse per arrivare alla pensione, ma sono ancora in molti coloro che ancora non sono riusciti ad ottenerla e gli iscritti alle Casse professionali, tra cui i farmacisti, hanno deciso di fare sentire la propria voce davanti al Parlamento. Ciò che viene lamentato è soprattutto la strenua resistenza da parte degli enti previdenziali, che non vedono, secondo i convenuti, di buon occhio questa norma, considerata, invece, “un segno di civiltà” da parte dei numerosi manifestanti. Le convenzioni già stipulate, tuttavia, coprono l’80% degli interessati, pertanto l’Inps ha precisato che sta già analizzando le prime cinquecento domande pervenute.Tra le situazioni considerate dagli stessi “paradossali”, c’è quella dei farmacisti, che sono soggetti al pagamento di una doppia contribuzione, ovvero Inps ed Enpaf. “Perché devo essere obbligato a pagare una cassa professionale per lavorare?” si chiede uno dei farmacisti presenti alla manifestazione, che definisce la pratica “una truffa contro i lavoratori”, dato che i contributi versati non si possono sommare.
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