credifarmaDopo il via libera del Consiglio delle Regioni di Federfarma del 5 giugno, manca solo più l’ok definitivo da parte dell’assemblea di Credifarma, che si riunirà entro fine mese, perché il presidente di Federfarma Campania e Napoli, Michele Di Iorio, ricopra ufficialmente la carica di presidente. FarmaciaVirtuale ha intervistato l’ormai prossimo numero uno della finanziaria di categoria controllata da Federfarma (66%), Bnl (17%) e Unicredit (17%) per delineare gli scenari che attendono il mondo della farmacia.

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Dottor Di Iorio, dopo la nomina a presidente di Federfarma Campania ora quella a presidente di Credifarma. È certamente un onore, ma anche una responsabilità. Qual è la sua visione per traghettare Credifarma fuori dall’attuale stallo?

La situazione di Credifarma veniva descritta da qualcuno come irrisolvibile, ma già il precedente Cda ha avviato un percorso per uscire dalla crisi e ha presentato un importante piano industriale, che verrà attualizzato. Un primo passo era già stato fatto. Ora cambia il Cda, perché cambiano l’amministratore delegato e il presidente, ma nel segno della continuità; col presidente uscente Carlo Ghiani abbiamo sempre giocato nella stessa squadra. Si è già fatto un primo tavolo di lavoro per approfondire i problemi, adesso si riunirà il Cda entro fine mese e si comincerà a individuare le priorità. Rifiuto però l’etichetta di salvatore di Credifarma o di suo liquidatore; si tratta di essere realizzatori di un percorso per giocare il ruolo fondamentale che spetta a Credifarma a sostegno della categoria, di paracadute nei momenti di difficoltà, da Nord a Sud.

Anche se non esiste una ricetta, quali sono le aree di azione che a suo avviso andrebbero riviste?

Posto che occorre aspettare l’assemblea di fine giugno, quella finanziaria in primo luogo, ma anche quella formativa. Credifarma è una grande risorsa; probabilmente è stato accentuato il ruolo finanziario, che è il più importante, ma può avere un ruolo fondamentale anche su come orientare le farmacie per riscattarsi dalla crisi e adeguarsi alle nuove esigenze del mercato.

Crede che sia necessaria un’operazione di trasparenza dell’istituto, cercando di capire gli errori del passato per prevenirli in futuro?

Non credo ci siano stati propriamente errori, ma delle congiunture sfavorevoli che hanno portato alla crisi del mercato del farmaco e di tutto l’indotto, non solo di Credifarma. Non ritengo si debba parlare di colpe. Già nel piano industriale presentato è stata prevista una maggiore partecipazione delle Federfarma provinciali, di rappresentanza di Credifarma, perché ci sia una presenza su tutto il territorio, con il coinvolgimento delle banche socie.

Che garanzie di continuità Credifarma darà a micro e piccole farmacia, alla canna del gas già da un triennio, con forte esposizione finanziaria e grande indebitamento?

Sarà il primo argomento che affronterà il Cda. Ma non solo per quel che riguarda la situazione delle piccole farmacie, anche delle grandi. Il farmacista non deve però considerare Credifarma solo uno strumento finanziario quando sorge un problema, come in passato. Il mio intento è che si facciano dei progetti personalizzati; non fondi a utilizzo libero del farmacista, ma un uso responsabile, e accompagnato da Credifarma. I fondi sono sempre meno, la farmacia non si riscatta solo con un’iniezione di denaro, ma con un nuovo sistema di gestione.

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