«Una nostra collega di Parma è sanzionata con un verbale da 1.000 euro per aver venduto una mascherina protettiva sfusa. Ha deciso di aprire una confezione da 50 pezzi e venderle singolarmente. Ciò in modo tale da aiutare il maggior numero di persone possibile: meglio 50 persone che una sola». A raccontare la storia, avvenuta nel pieno dell’emergenza coronavirus, è il farmacista Alessandro Venturi, titolare della Antica Farmacia Lugaresi di Alfonsine, in provincia di Ravenna. Il professionista aggiunge: «In questo momento di pandemia mondiale, durante il quale le mascherine non sono reperibili, e quelle che si sono presentano dei prezzi imposti dai fornitori che sono decisamente fuori mercato, arrivando anche oltre 100 volte quello che sarebbe il costo in tempi normali, riteniamo molto importante fare una segnalazione alla Guardia di Finanza. Abbiamo il massimo rispetto nei confronti delle istituzioni, che hanno svolto il loro lavoro. Su questo non si discute. Ma anche questa volta il farmacista, professionista in primissima linea, presente in ogni comune, cerca solo di aiutare il più possibile. E in questo caso ha deciso, appunto, di aiutare 50 persone anziché una sola».

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Di qui la scelta: «Noi farmacisti ci autodenunciamo. Perché pur di aiutare il più alto numero possibile di persone, siamo disposti anche a violare le norme. Norme che ci hanno sempre tutelato, ma che in alcuni casi devono essere poste in secondo piano, quando di mezzo c’è la salute. L’appello da parte nostra è che, considerando anche il nostro ruolo in questo momento, non possiamo venire citati dalla stampa solo quando ci sono episodi negativi. Le mascherine non ci sono e quelle che ci sono sono carissime. Noi chiediamo allo Stato di poter cedere anche gratuitamente mascherine ai cittadini italiani. Perché questi ultimi non sanno più dove trovarle. E la farmacia è il posto deputato a servire il cittadino: per quanto riguarda i farmaci, ma anche per quanto riguarda le mascherine».

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