«Analizzare la prevalenza di patologia Covid-19 tra i farmacisti territoriali al fine di valutare il rischio di esposizione correlato al lavoro». Sono questi gli obiettivi al centro di uno studio avviato da un gruppo di ricercatori operanti presso la Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore di Trieste, in collaborazione con la Clinica Urologica dell’Ospedale di Cattinara di Trieste. Si tratta di un sondaggio, a cui è possibile partecipare, che ha la finalità di rilevare diversi dati. Tra questi, le misure protettive adottate sul posto di lavoro, l’eventuale sviluppo di sintomi covid o non covid correlati, l’eventuale partecipazione ad attività di screening, tra cui tamponi, ed altre domande per un totale di 20, a cui il farmacista può rispondere in totale forma anonima.

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«L’ipotesi da cui parte lo studio – spiegano i ricercatori – è che i farmacisti siano una categoria a rischio, principalmente per il fatto di aver mantenuto la continuità del servizio mentre altri esercizi chiudevano ma anche perché, con gli studi dei medici di medicina generale meno accessibili, il farmacista potrebbe essere stato in molti casi il primo professionista ad entrare in contatto con soggetti infetti o sospetti tali».

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