La conferenza internazionale “The pharmacy care – beyond the pandemic”, organizzata dalla European federation of pharmaceutical chains (Efpc), si è svolta in modalità online, coinvolgendo 360 partecipanti con due centri di trasmissione, uno a Bucarest e uno a Praga. Il convegno ha trattato i temi salienti che hanno caratterizzato l’attività farmaceutica nell’ultimo anno, fortemente condizionato dalla pandemia. Nel suo discorso introduttivo, Daniel Horák, capo del comitato esecutivo dell’Efpc e della Czech association of pharmacy chain operators, ha evidenziato i grandi cambiamenti affrontati dalla farmacia durante il primo anno della pandemia. «In questa fase – ha dichiarato il dirigente – la sicurezza del personale sia delle farmacie sia in ambito logistico è stata garantita, anche quando il mercato globale stava sperimentando una mancanza di dispositivi di protezione. Grazie a questo, le farmacie hanno potuto offrire servizi pressoché ininterrottamente, anche quando alcuni ambulatori sono stati chiusi, diventando il punto di contatto più accessibile per l’assistenza medica di routine». Anche Sebastian Ring, membro del consiglio esecutivo dell’Efpc, ha confermato che i farmacisti in tutta Europa hanno assunto un ruolo essenziale, mantenendosi in prima linea nell’assistenza sanitaria.

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La pandemia ha accentuato la carenza di farmaci

Una delle criticità più avvertite nel corso dell’ultimo anno è stata la carenza di alcune categorie di farmaci, che hanno creato diversi problemi a farmacie e pazienti. Il tema è stato affrontato da Nathalie Moll, direttore generale della European federation of pharmaceutical industries and associations (Efpia), e Feller Antal, capo del comitato esecutivo dell’Associazione ungherese dei grossisti farmaceutici. Entrambi hanno cercato di individuare ostacoli e “colli di bottiglia” che hanno determinato le carenze di farmaci, discutendo sulle azioni da intraprendere a livello comunitario per prevenirle, sulla base delle nuove linee guida europee.

Gli ostacoli all’evoluzione della professione del farmacista

Un intervento tenuto da Ján Kyselovič, ex preside della Facoltà di farmacia dell’Università Comenius di Bratislava, ha posto l’accento sulle barriere che spesso vincolano gli sviluppi professionali del farmacista, impedendogli di erogare servizi che, in fase emergenziale, sarebbero stati utili e necessari. Come sottolineato da Kyselovič, la pandemia ha messo in luce carenze dei sistemi sanitari e mancanza di un numero adeguato di professionisti qualificati. Un tema molto attuale, alla luce dell’organizzazione delle campagne vaccinale in cui si è discusso a lungo sul possibile coinvolgimento dei farmacisti.

Situazione legale disomogenea

Marcin Tomasik, esperto legale dell’Associazione polacca dei datori di lavoro farmaceutici, ha in seguito affrontato il tema del ruolo del farmacista dal punto di vista della legislazione europea, che si presenta storicamente molto varia e non esente da condizionamenti di vario tipo. Non esiste pertanto, come ha riferito Tomasik – un chiaro modello di sviluppo, dal momento che accanto a mercati più “liberali” ne esistono altri in cui l’interferenza statale nelle caratteristiche della professione del farmacista è più pronunciata, condizionando maggiormente gli sbocchi di questo operatore sanitario e l’evoluzione della farmacia stessa.

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