«Finalmente la Regione Campania riavvia le procedure per arrivare all’apertura delle 183 farmacie oggetto del concorso straordinario per l’assegnazione di sedi farmaceutiche bandito nel 2013. Concorso che, concepito dal legislatore in via “straordinaria” proprio per dare più veloci risposte alle aspettative professionali dei giovani laureati, è stato alla fine “ricondotto”, in Campania, alle tempistiche della peggiore tradizione». Apre così la lettera di Maurizio Manna, nelle vesti di membro del Comitato centrale Fofi. «Sette anni – si legge nella missiva inviata a FarmaciaVirtuale.it – ci sono voluti per lo svolgimento del precedente concorso ordinario. Dopo otto anni, quello “straordinario” è ancora lontano dall’approdo finale».

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Procedura per soli titoli

«Non era esattamente questo il risultato “straordinario” che ci si aspettava da una procedura – sottolinea Manna – che si è voluta limitare alla sola selezione per titoli proprio per garantirne una maggiore agilità. La novità è che la Regione Campania procede, in questi giorni, all’invio delle comunicazioni finalizzate alla verifica dei titoli dichiarati dai candidati nonché alla notifica delle sottrazioni di punteggio intervenute “per sentenza” a correggere quelli, in origine, riconosciuti dalla Commissione di concorso. In particolare ci si riferisce al punto assegnato per l’idoneità e non ritenuto valido poiché calcolato su una graduatoria ancora “provvisoria” del precedente concorso (e peraltro, all’epoca, neanche ancora pubblicata)».

Determinazione della Commissione censurata da organi giurisdizionali

«Purtroppo – aggiunge Manna – non è la sola decisione adottata dalla Commissione di concorso ad aver subìto la censura degli organi giurisdizionali di competenza. La commissione si è determinata a non riconoscere i titoli derivanti da corsi di laurea in discipline equipollenti, non allineandosi ai criteri fissati, in proposito, nelle altre Regioni. L’effetto non si è fatto attendere, realizzandosi (a seguito del conseguente proliferare di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato) proprio quella “palude” giudiziario-amministrativa da sempre paventata e stigmatizzata dal Presidente De Luca. Dunque non è bastata la volontà politica dell’Amministrazione regionale né la innovata agilità burocratica messa in campo per l’occasione, ad avere ragione dell’ingorgo amministrativo nel quale anche questa procedura concorsuale sembra impantanata per effetto delle scelte operate dalla competente Commissione».

Elogio a De Luca in attesa del CdS

«È bene ricordare – prosegue Manna -, in proposito, come il Presidente De Luca, all’inizio del suo mandato, avesse provato a rimodulare la composizione della citata commissione di concorso. Ma tant’è! Per il 22 di questo mese (ottobre, ndr) è previsto l’ennesimo pronunciamento del CdS all’esito del quale, probabilmente, si dovrà procedere a un’ulteriore rielaborazione della graduatoria (che produrrà, è fatale prevederlo, un nuovo proliferare di ricorsi)». Secondo il dirigente «Un labirinto! E che non si venga a evocare, per spiegare gli endemici ritardi, la “litigiosità” giudiziaria della categoria. Il perseguimento dei legittimi interessi individuali si previene adottando scelte equilibrate e inattaccabili. Magari prudentemente uniformandosi agli indirizzi prevalenti in ambito nazionale. Pertanto – conclude il dirigente -, prendiamo atto che, il pur alacre lavoro svolto in questi anni dagli uffici regionali (che va riconosciuto), non è servito a evitare l’ennesimo record negativo».

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