Il concorso straordinario per l’assegnazione di nuove sedi farmaceutiche potrebbe prendere i contorni di una «beffa». È con queste parole che il Corriere della Sera ha commentato l’iter del bando, voluto nel 2012 dal governo Monti attraverso il decreto Cresci-Italia, in un articolo pubblicato il 18 novembre. Il giornale focalizza l’attenzione in particolare sulla situazione del Lazio: «Sembrava si fosse a una svolta. I primi in graduatoria erano stati interpellati. Per gli altri, bastava attendere e sperare che chi ha optato per altri sedi o magari, dato il tempo trascorso, ha cambiato vita, cedesse il passo ai successivi. Invece no. Unica in Italia, nel Lazio una proroghina mette a rischio il meccanismo. I vincitori avranno sei mesi in più per decidere. Solo dopo si comincerà a scorrere la graduatoria. Quando sarà ormai scaduta. Per evitarlo i candidati ricorrono al Tar». Il quotidiano indica dunque il rischio di un problema ulteriore in una vicenda che ha già comportato lunghe attese da parte dei farmacisti. Il problema è in particolare per coloro che non risultano vincitori ma che sono ben piazzati in graduatoria: si tratta di professionisti che aspettano di conoscere la volontà dei primi per sapere se qualcuno rinuncerà, liberando così dei posti. Il rischio, appunto, sarebbe che tale ufficialità arriverà quando la graduatoria stessa sarà stata emessa ormai da più di due anni, e dunque sarà ormai scaduta. «A meno che non si intervenga con una proroga analoga a quella degli assegnatari, i candidati saranno fuori. E le sedi non verranno assegnate», scrive il Corriere. Un avvocato ascoltato dal quotidiano spiega: «Il treno delle liberalizzazioni doveva essere ad alta velocità ma ha fatto molte tappe e ora chi aspetta da anni rischia di essere lasciato a piedi». Un gruppo di 21 farmacisti ha già presentato un ricorso per questa ragione.
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