«Apprendiamo con viva soddisfazione dell’approvazione del provvedimento che sancisce l’adozione della ricetta elettronica per i medicinali non a carico del Ssn». È la posizione del Conasfa, in seguito alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto che istituisce la ricetta bianca dematerializzata. L’organizzazione di categoria sottolinea che «già da tempo proponeva questa modifica, sia per evitare al cittadino di doversi recare negli studi medici quando non necessario, creando assembramenti evitabili, sia come mezzo per ridurre il fenomeno della cessione di farmaci senza ricetta».

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Maggiore tracciabilità e controllo delle prescrizioni

Secondo quanto evidenziato dal Conasfa, inoltre, «questo strumento riteniamo permetterà anche una maggiore tracciabilità e un migliore controllo sull’utilizzo di questi, da parte del medico e del farmacista. Adesso Conasfa auspica l’adozione della firma elettronica della ricetta da parte del Farmacista. Ciò permetterebbe la riduzione dei fenomeni dell’abusivismo professionale, inoltre, quando si passerà al nuovo modello di remunerazione basato sul pagamento dell’atto professionale, consentirà di prevedere che una quota vada al Farmacista che firma la ricetta o la prestazione».

La pubblicazione in Gazzetta ufficiale

Come riportato da FarmaciaVirtuale.it ai propri lettori, a distanza di quasi dieci anni dalla spedizione della prima ricetta elettronica Ssn, anche le ricette cosiddette “bianche”, relative ai farmaci non concessi dal Servizio sanitario nazionale, a totale carico del cittadino, potranno beneficiare degli stessi flussi digitali già attivi per la ricetta dematerializzata. A disporre l’entrata in vigore è un decreto del 30 dicembre 2020 del ministero dell’Economia e delle Finanze, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n.11 del 15 gennaio 2021, recante «Dematerializzazione delle ricette mediche per la prescrizione di farmaci non a carico del Servizio sanitario nazionale e modalità di rilascio del promemoria della ricetta elettronica attraverso ulteriori canali, sia a regime che nel corso della fase emergenziale da Covid-19».

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