Il 12 giugno 2025, la Commissione parlamentare bicamerale di controllo ha approvato all’unanimità il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio delle Casse di previdenza e dei fondi pensione. Come evidenziato dall’Enpaf in una nota diffusa venerdì 20 giugno 2025, l’indagine ha coinvolto venti Enti tra cui l’Enpaf e aveva l’obiettivo di valutare lo stato di salute del sistema previdenziale italiano, considerando le sfide poste dalla transizione ecologica e demografica e il crescente ruolo degli Enti previdenziali nel sostegno all’economia reale.

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I dati Enpaf presentati lo scorso ottobre

Durante l’audizione presso la commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, tenutasi il 24 ottobre scorso, il presidente Enpaf Emilio Croce ha presentato i dati relativi al patrimonio e agli investimenti dell’Ente. L’Enpaf, che rientra tra le sei Casse dell’area sanitaria, gestisce, insieme alle altre Casse del comparto, circa il 33% del totale attivo del comparto previdenziale privato.

Casse come investitori istituzionali

La Commissione ha mostrato l’evoluzione delle Casse verso un ruolo sempre più attivo come investitori istituzionali, sottolineando al contempo le responsabilità che ne derivano. L’indagine ha tracciato il quadro aggiornato della gestione patrimoniale degli Enti, concentrandosi sulla redditività degli investimenti, l’efficacia dei controlli interni e la capacità di contribuire allo sviluppo economico del Paese. I dati contabili del 2023 confermano un trend di crescita costante tra il 2019 e il 2023, sia in termini patrimoniali che di redditività. Il totale attivo degli Enti di previdenza ha raggiunto i 107,04 miliardi di euro, il patrimonio netto complessivo si attesta a 92,71 miliardi di euro e il risultato economico di esercizio ammonta a 5,22 miliardi di euro.

Criticità e raccomandazioni della Commissione

L’indagine ha messo in luce anche una criticità: il fenomeno dell’irregolarità contributiva. In quattro anni, i crediti contributivi non riscossi sono cresciuti del 35,91%, passando da 7,45 miliardi nel 2019 a 10,12 miliardi nel 2023. Il tema impatta negativamente sulla sostenibilità finanziaria delle Casse e sull’accesso alle prestazioni da parte degli iscritti. Nelle sue conclusioni, la Commissione riconosce l’importanza strategica delle Casse di previdenza e raccomanda un rafforzamento delle azioni di recupero crediti, una maggiore uniformità nei criteri contabili e una sempre più elevata qualità e trasparenza nella gestione degli investimenti, al fine di tutelare la sostenibilità del sistema nel lungo periodo.

È possibile visionare la documentazione alla pagina predisposta.

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