
Uno studio italiano condotto su oltre 13mila pazienti della medicina generale suggerisce che livelli plasmatici più bassi di Ldl-colesterolo possano essere associati a una maggiore predisposizione allo sviluppo del diabete. L’analisi si basa sulla banca dati Comegen, che raccoglie informazioni cliniche di oltre 200mila cittadini assistiti dai medici di medicina generale della Asl 1 di Napoli. Sono stati inclusi 13.674 adulti, privi di diabete e malattie cardiovascolari al momento dell’arruolamento, con un’età media di 62 anni e un valore medio di Ldl pari a 105 mgdl. Il follow-up è stato di circa 6 anni, durante i quali sono stati registrati parametri clinici e di laboratorio, insieme all’eventuale insorgenza di diabete secondo criteri diagnostici standard.
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Maggiore rischio di diabete nei soggetti con Ldl più bassi
Nel corso del periodo di osservazione, 1.819 pazienti (13%) hanno sviluppato diabete di Tipo 2. L’analisi statistica ha mostrato che per ogni diminuzione di 10 mgdl di colesterolo Ldl il rischio di diabete aumentava di circa il 10%. Questa associazione è rimasta Significativa anche dopo aver tenuto conto di variabili importanti come età, sesso, indice di massa corporea, glicemia a digiuno, creatinina e ipertensione. Inoltre, la suddivisione della coorte in quartili ha evidenziato che i pazienti con Ldl <84 mgdl risultavano i più predisposti, con un’incidenza di 27,6 casi per 1.000 persone-anno, mentre coloro con Ldl ≥131 mgdl mostravano il rischio più basso (8,4 casi per 1.000 persone-anno).
Il ruolo delle statine
Come già dimostrato in letteratura, anche in Questo studio la terapia con statine è risultata associata a un aumento relativo del rischio di diabete. Tuttavia, l’analisi ha rivelato che l’incremento del rischio era Significativo soltanto nei pazienti con Ldl ≥131 mgdl. In tutti gli altri gruppi, compresi quelli con Ldl molto bassi, il rischio aumentato risultava presente anche nei non utilizzatori del farmaco. Questa osservazione suggerisce che la relazione tra Ldl e diabete non possa essere attribuita esclusivamente all’effetto diabetogeno delle statine. Al contrario, i livelli plasmatici di Ldl sembrano riflettere meccanismi biologici intrinseci, genetici o metabolici, che aumentano la vulnerabilità allo sviluppo del diabete, indipendentemente dalla terapia ipolipemizzante.
Implicazioni cliniche
Il colesterolo Ldl potrebbe quindi Rappresentare un biomarcatore indipendente di rischio per il diabete di Tipo 2. Questo Significa che i pazienti con livelli molto bassi di Ldl devono essere monitorati con maggiore attenzione dal punto di vista metabolico, anche in assenza di terapia con statine, mentre nei soggetti con Ldl elevato che iniziano un trattamento con statine è opportuno un controllo regolare della glicemia. In futuro, osservano gli autori, la scelta della terapia ipolipemizzante potrebbe richiedere una valutazione che integri non solo il rischio cardiovascolare, ma anche il profilo diabetogeno individuale.
Dr. Paolo Levantino
Fonte: Lembo, M., Trimarco, V., Pacella, D. et al. A six-year longitudinal study identifies a statin-independent association between low Ldl-cholesterol and risk of type 2 diabetes. Cardiovasc Diabetol 24, 429 (2025)
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