«Il Tar non entra nel merito della questione, ritenendo essere prematuro richiedere una valutazione senza lesività dell’atto amministrativo. In altre parole, il Tar ritiene che il farmacista debba continuare a operare come crede, attendendo la contestazione, penale o amministrativa, su spedizione o preparazione di altre forme farmaceutiche di cannabis, per poi impugnarla davanti al Tar». È quanto ha fatto sapere Marco Ternelli, farmacista preparatore, in occasione della pronuncia del Tar Lazio conseguente all’azione promossa da diversi farmacisti legata ad una circolare ministeriale in materia di Cannabis terapeutica che nell’ottobre 2020 aveva toccato diversi aspetti relativi all’allestimento e alla dispensazione dei preparati galenici.
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Ternelli: «Consapevoli di questa possibilità»
«Quando ho e abbiamo fatto ricorso – prosegue Ternelli – si era ben consapevoli di questa possibilità e del fatto che una circolare non ha valore di legge, ma rappresenta un parere, un indirizzo. Vi era la possibilità, come accaduto in passato in situazioni analoghe che il Tar, seppur dichiarando il ricorso inammissibile, si esprimesse comunque sulla legittimità o meno delle prescrizioni, ma così evidentemente non è stato, lasciando lo scenario inalterato. Di fatto siamo tornati al 23 Settembre 2020 (quando uscì la circolare)». In merito ai successivi passi, Ternelli anticipa che «nei prossimi mesi si lavorerà per convincere i Giudici del Consiglio di Stato della necessità di avere un pronunciamento», ciò nonostante «seguendo il ragionamento del Tar – precisa Ternelli -, ognuno è libero di fare come ritiene, rischiando però una sanzione, ovvio che a quel punto ci si potrà difendere in sede amministrativa o penale».
La ricostruzione della vicenda
La Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del ministero della Salute diramò il 23 settembre 2020 una circolare con oggetto «Chiarimenti sulla Monografia Cannabis extractus normatum», facendo seguito a «richieste di chiarimenti sulle attività di buone preparazione». Tra gli aspetti affrontati dalla Direzione, un riepilogo del quadro normativo che, secondo il ministero, esclude «l’allestimento di “formule officinali” a base di Cannabis, compreso l’allestimento di multipli su scala ridotta, possibilità non prevista nello specifico caso in questione», nonché «l’allestimento di forme farmaceutiche diverse e vie di somministrazione diverse da quelle indicate dal citato decreto ministeriale 9.11.2015». Dunque, l’azione contro il dicastero di diversi farmacisti, di cui Ternelli aveva anticipato i contenuti in un’intervista concessa a FamaciaVirtuale.it.
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