«Il tavolo riunito al Mimit con i ministri Adolfo Urso e Orazio Schillaci testimonia ancora una volta la visione strategica e la volontà del Governo di attivare in tempi brevi le politiche necessarie per vincere la competizione globale sempre più veloce nelle life sciences». È il commento di Marcello Cattani, presidente Farmindustria, secondo cui «l’approccio pragmatico, basato sul confronto continuo con le rappresentanze delle imprese, è particolarmente apprezzabile in un mondo in grande evoluzione che richiede soluzioni rapide e lungimiranti. In gioco ci sono i 1.600 miliardi di dollari di investimenti internazionali dell’industria farmaceutica in ricerca dal 2023 al 2028 ai quali se ne potrebbero sommare altrettanti in produzione».

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Presenza industriale, investimenti e competenze in Italia

Per Cattani «l’Italia può farcela ad attrarne una quota parte importante, grazie al valore della sua presenza industriale, agli investimenti e alle competenze». Si tratta di «un obiettivo possibile», tuttavia, per il dirigente è «fondamentale che a livello europeo l’attuale proposta di revisione della legislazione farmaceutica perda il suo carattere ideologico, dimostrato innanzitutto con l’indebolimento della proprietà intellettuale. Sotto questo profilo apprezziamo che il Governo abbia assunto ufficialmente una posizione chiaramente contraria. Per incrementare l’autonomia strategica per la sicurezza della Nazione e per la salute dei cittadini è necessario, come sottolineato dai ministri Urso e Schillaci, approvare norme che attraggano nuovi investimenti e consolidino quelli esistenti. Creando anche le competenze indispensabili per le imprese farmaceutiche». Per Cattani, «a fronte dell’esplosione dei costi di tutte le materie prime e dell’aumento della competizione internazionale, c’è urgente bisogno di un nuovo schema di incentivi per gli investimenti e di misure per rendere l’Italia più attrattiva, con risorse finalmente adeguate e quindi di una spesa compatibile con la presenza industriale». Inoltre «c’è bisogno dell’immediata riduzione del payback e della sua progressiva eliminazione. Perché è una tassa iniqua che pesa sulle aziende da anni per diversi miliardi».

Il problema della gestione delle risorse a livello regionale

Il dirigente ha poi ricordato «il problema della gestione delle risorse a livello regionale basata spesso su motivazioni meramente economicistiche. È necessario eliminare le disparità di trattamento sul territorio che penalizzano i cittadini e la loro salute, consentendo la disponibilità più ampia delle terapie sul territorio. È anche fondamentale e non più differibile la riforma dell’Aifa per avere processi regolatori più veloci, che riconoscano il giusto valore dei farmaci e siano al passo con i tempi e con la complessità della competizione globale. Da parte delle nostre imprese c’è la massima collaborazione per contribuire insieme alle istituzioni alla definizione degli strumenti e delle misure che rendano l’Italia protagonista in Europa e nel mondo. Anche con la farmaceutica».

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