«Sono 625 i farmaci per la salute delle donne in sviluppo del mondo. Di questi, molti – e in fase avanzata – sono per il trattamento dei tumori e dei disturbi neurologici. E ancora, solo per fare alcuni esempi: per le patologie autoimmuni, le malattie mentali e respiratorie». È quanto ha dichiarato Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, in occasione della Giornata nazionale della salute della donna che si è celebrata il 22 aprile 2024. Per Cattani si tratta di «donne che devono spesso affrontare sfide sanitarie specifiche e diverse da quelle degli uomini nel corso della loro vita che dipendono in molti casi da un tasso più alto di cronicità. E hanno ulteriori responsabilità perché quasi sempre sono le caregiver di tutta la famiglia».

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Centralità delle donne nella filiera farmaceutica

Con riferimento al ruolo delle donne nelle imprese farmaceutiche in Italia, Cattani ha osservato che «le donne rappresentano il 45% degli addetti, spesso con ruoli importanti e apicali e superano abbondantemente il 50% nella ricerca e sviluppo». Per questo motivo, secondo Cattani «le nostre aziende, con azioni concrete – possibili grazie a relazioni industriali efficaci – offrono un welfare d’avanguardia, che permette screening periodici e allo stesso tempo la conciliazione vita-lavoro».

Cure sempre più innovative ed efficaci

Le donne, come evidenziato da Cattani, «sono in prima linea nella ricerca, con investimenti crescenti. Nella nostra nazione il totale per la ricerca e sviluppo – che tiene conto delle differenze di genere – è di 1,9 miliardi di euro all’anno, dei quali oltre 700 milioni in studi clinici. ricerca e sviluppo che è quindi fondamentale – insieme a prevenzione, corretti stili di vita, diagnosi precoce – per ottenere cure sempre più innovative ed efficaci. Una ricerca che va sempre avanti e punta a rafforzare i risultati già ottenuti, come la diminuzione del tumore alla mammella in Italia (-6% dal 2007 al 2019). E raggiungere altri importanti obiettivi legati alle esigenze specifiche del mondo femminile. Perché la salute della donna è una responsabilità di tutti».

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