carenza farmaciFerve il dibattito sull’irreperibilità di alcuni farmaci: dopo la denuncia di Federfarma Roma e le prese di posizione di Federfarma Servizi e del ministero della Salute, anche l’Agenzia italiana del farmaco interviene con una nota per fornire alcune precisazioni.

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La questione, come già raccontato sulle pagine di FarmaciaVirtuale.it, è tornata di attualità con l’allarme lanciato da Federfarma Roma in relazione all’export parallelo che ha come conseguenza la carenza di alcuni farmaci quali gli antitumorali, le eparine a basso peso molecolare, antipsicotici e broncodilatatori; un fenomeno riscontrabile nella capitale come nel resto del Paese dalle gravi ripercussioni per i cittadini, costretti a ritardare o addirittura a interrompere le terapie.

Un’emergenza, che ha portato il sindacato dei titolari romani, già promotore l’estate scorsa di un esposto in Procura, a richiedere interventi urgenti. Il ministero della Salute si è affrettato a far sapere che sono in corso di approvazione specifiche disposizioni, come confermato anche da una nota dell’Aifa che spiega che «l’Agenzia è impegnata quotidianamente, assieme al ministero della Salute, a garantire che i farmaci siano disponibili sul mercato e che i cittadini possano accedervi regolarmente.

In particolare il ministero ha già intrapreso delle iniziative, in sede di recepimento della direttiva 2011/62/UE che modifica la direttiva 2001/83/CE (codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano), che permetteranno all’Aifa, una volta concluso l’iter legislativo, di redigere specifici elenchi di farmaci dei quali limitare l’esportazione».

L’obiettivo del ministero della Salute è che tali medicinali inseriti in elenco siano necessariamente detenuti dai grossisti e dalle farmacie; non appena il provvedimento avrà ottenuto il parere delle commissioni parlamentari verrà approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri.

L’Aifa precisa però che «è doveroso ricordare che l’esportazione parallela è una pratica commerciale legittima, prevista dalla normativa europea, che viene attuata quando il mercato estero offre condizioni di vendita sensibilmente più vantaggiose di quelle presenti sul mercato interno.

L’Aifa, già da tempo consapevole di questa problematica, lo scorso giugno si è confrontata con tutti i soggetti che fanno parte della filiera, per cercare di trovare una soluzione condivisa, al fine di identificare e correggere le distorsioni che portano all’irreperibilità dei medicinali sul territorio italiano e individuare gli strumenti più efficaci per governare il fenomeno.

Tra le iniziative specifiche adottate dall’Aifa rientrano i controlli effettuati presso le aziende produttrici e i titolari di Aic, che hanno dichiarato di immettere regolarmente in commercio i propri medicinali, aumentandone le quantità fornite rispetto alle vendite degli anni precedenti e che l’irreperibilità dei medicinali sul territorio nazionale non è addebitabile a una contrazione della produzione».

Sulla questione dell’irreperibilità dei farmaci è intervenuta anche la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani: «è una notizia molto positiva che il ministero della Salute abbia messo a punto un provvedimento che cerca di intervenire alla radice sul problema della carenza di molte specialità farmaceutiche nella distribuzione territoriale», afferma Andrea Mandelli, presidente della Fofi. «Da tempo la Federazione aveva denunciato l’allarmante ripetersi di queste rotture di stock e si era fatta promotore di un incontro con i protagonisti della filiera – continua Mandelli -, così come aveva indicato una delle cause principali nell’esportazione parallela di medicinali verso Paesi in cui vigono prezzi più elevati. È una misura che permetterà al servizio farmaceutico italiano di continuare a svolgere la sua funzione nei confronti dei cittadini con lo standard di qualità che gli è universalmente riconosciuto».

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