L’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali (ASNM) ha confermato le conclusioni pubblicate da un comitato di esperti il 28 giugno 2019, e ha concesso il proprio nulla osta all’avvio di una sperimentazione volta ad impiegare la cannabis a scopo terapeutico. «Dopo aver analizzato la questione, confermiamo il parere degli esperti. Riteniamo adatto il quadro di riferimento che è stato proposto e condividiamo le loro idee», ha spiegato Dominique Martin, direttore generale dell’organismo di vigilanza sul farmaco.

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Quest’ultimo, già alla fine del 2018, aveva dato il proprio accordo di principio sul lancio della fase di test e proprio per questo aveva chiesto al comitato di individuare le forme più adatte dal punto di vista operativo. «L’obiettivo – ha spiegato l’ASNM – sarà di valutare, in una situazione reale, il circuito di prescrizione e di dispensazione, così come l’adesione da parte dei professionisti della salute e dei pazienti. In secondo luogo, si punta a raccogliere i primi dati in termini di efficacia e di sicurezza». Proprio al fine di garantire che l’uso venga effettuato tutelando il più possibile i pazienti, il comitato di esperti ha ascoltato diversi attori interessati alla questione, comprese le associazioni di pazienti e quelle dei professionisti. Secondo quanto riportato dalla stampa transalpina, la sperimentazione dell’uso della cannabis a scopo terapeutico potrà essere accordata ai pazienti che siano giudicati in condizioni di “impasse terapeutica”, per i quali non è dunque possibile altro tipo di percorso di cure.

Vengono citate in particolare alcune forme di epilessia resistenti ai trattamenti tradizionali, i dolori neuropatici risultanti da lesioni nervose (anch’essi se non attenuati in modo sufficiente da altre terapie), gli effetti secondari delle chemioterapie. Si potrà accedere alla sostanza anche nell’ambito di cure palliative e per le contrazioni muscolari incontrollate provocate dalla sclerosi a placche (e da altre patologie del sistema nervoso centrale). I prodotti prescritti saranno da inalare (oli, fiori secchi) oppure da ingerire (soluzioni bevibili, gocce o capsule d’olio). I medici parteciperanno alla sperimentazione in forma volontaria e dovranno prima seguire una formazione online, che sarà per loro obbligatoria. Le modalità con cui saranno erogati tali corsi non sono tuttavia ancora note.

Anche in Italia la questione è all’ordine del giorno, con il ministro della Salute Giulia Grillo che ha fornito un chiarimento su un parere del Consiglio superiore di sanità: «Voglio tranquillizzare i pazienti in trattamento e le associazioni che tutelano i soggetti in terapia del dolore, il parere non contiene prescrizioni negative, pertanto non sarà bloccato l’utilizzo terapeutico della cannabis e continuerà a essere assicurato ai sensi della normativa vigente».

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