cannabis in farmaciaNel corso della trasmissione “Restate scomodi”, andata in onda su Radio Uno il 29 maggio 2017 ci si è occupati di cannabis in farmacia. Il servizio è stato aperto con un intervento di un anno fa di Antonio Medica, direttore dello Stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze, che spiegava: «L’inizio della distribuzione della cannabis terapeutica sarà avviato entro l’estate di quest’anno. Dall’anno prossimo avremo due varietà e una produzione di circa 100 chilogrammi, che attualmente è il fabbisogno nazionale per i pazienti». La trasmissione ricorda che alcune farmacie sono state multate con l’accusa di aver fatto pubblicità alla sostanza. I giornalisti sottolineano le diverse leggi che disciplinano da un lato la produzione di sostanze stupefacenti a scopo terapeutico, e la loro pubblicità, dall’altro nello specifico la cannabis. Sulla base della prima norma, che risale al 1990, sono state comminate le sanzioni. Radio Uno ha intervistato Marco Ternelli, tra i farmacisti multati: «Io preparo da febbraio 2013 i medicinali a base di cannabis, sono oltre quattro anni, da quando è stato consentito dalla legge. Si trattava di preparazioni galeniche, che possono essere solo il fiore di cannabis che viene ripartito secondo le richieste del medico, oppure derivati a base di cannabis lavorata per renderla più facile da utilizzare o per ottenere dosi precise». «Da quando è legale – prosegue il farmacista – in teoria tutte le farmacie possono produrre questi preparati. In realtà, però, sono richieste strumentazioni e conoscenze che fanno sì che siano molto pochi gli esercizi che sono in grado di garantire il servizio. Il mio sito ora è sospeso temporaneamente: sono stato accusato per il fatto di aver indicato sul portale che siamo in grado di fare queste preparazioni galeniche. In questo modo il paziente sapeva cosa trovare da noi, e trovava anche alcune risposte alle domande frequenti, come nel caso di indicazioni sugli effetti collaterali ad esempio». «Mi è stata contestata – aggiunge Ternelli – la “propaganda indiretta”. Ma noi eravamo presenti anche su motori di ricerca, pensati per i pazienti al fine di trovare la farmacia più vicina in grado di dispensare questi preparati. Di conseguenza, sono stati multati anche farmacisti che non presentavano riferimenti su un loro sito ma figuravano semplicemente negli elenchi degli esercizi operativi». I giornalisti hanno fatto sapere di aver chiesto al ministero se si tratta di un mancato aggiornamento della legge: «Per ora, però, non abbiamo ricevuto risposta».

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