È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 293 del 25 novembre 2020, il decreto del ministero della Salute recante “Determinazione delle quantità di sostanze stupefacenti e psicotrope che possono essere fabbricate e messe in vendita in Italia e all’estero, nel corso dell’anno 2021”. Il provvedimento è stato redatto in conformità alle convenzioni internazionali in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope, nonché agli articoli 31 e 35 del decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309 (il «Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza» e successive modificazioni e integrazioni»).
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Il fabbisogno di Cannabis per il 2021
Il ministero ha valutato il fabbisogno nazionale per l’anno 2021 e preso atto del fatto che «le ditte interessate sono state autorizzate a fabbricare e commercializzare sostanze stupefacenti e psicotrope». Il decreto presenta un elenco di tutte le sostanze autorizzate. Di particolare interesse per i farmacisti (e non solo) la parte relativa alla quantità permessa per la produzione di cannabis infiorescenze. Essa è stata infatti indicata, per quanto riguarda le sostanze da distribuire in Italia, in 500 chilogrammi, che saranno prodotti come di consueto dallo Stabilimento Chimico-Farmaceutico Militare di Firenze. Si tratta della stessa quantità stabilita per il 2020, e di un aumento rispetto a quanto previsto per il 2019, anno in cui la produzione era stata limitata a 350 kg.
La circolare di ottobre del ministero della Salute
Sempre in materia di Cannabis terapeutica, è utile ricordare che lo scorso ottobre il ministero della Salute aveva diramato una circolare che affrontava diversi aspetti relativi all’allestimento e alla dispensazione dei preparati galenici, tra cui l’esclusione della produzione industriale dell’estratto, ma anche aspetti inerenti alla spedizione dei preparati al domicilio dei pazienti. La nota ministeriale aveva tuttavia provocato la reazione di diversi farmacisti che avevano palesato la possibilità di un’azione legale.
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