Vedrà la partecipazione anche del farmacista galenista Marco Ternelli il nuovo studio avviato presso l’Istituto europeo di oncologia (Ieo), con l’obiettivo di fare chiarezza «sugli effetti clinici, farmacologici, produttivi e normativi dei farmaci a base di cannabis». A darne notizia è lo stesso Ieo, ospedale e casa di cura a carattere scientifico di Milano. «A sei anni dall’approvazione all’uso medico in Italia – si legge in una nota -, la cannabis è utilizzata solo da una minima percentuale di pazienti che ne potrebbero trarre beneficio, a causa soprattutto della mancanza di informazione e formazione specifica unitamente ad alcune barriere culturali ancora radicate».
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Per concorrere il raggiungimento degli obiettivi è stato predisposto un team multidisciplinare composto da «medici, farmacisti, farmacologi e ricercatori italiani particolarmente impegnati nello studio e nell’utilizzo clinico di Cannabis ad uso medico». Tale gruppo sarà coordinato da Vittorio Guardamagna, specialista in anestesia e rianimazione, nonché direttore della Divisione cure palliative e terapia del dolore Ieo. «In Italia l’oppiofobia – spiega Guardamagna – ha storicamente ostacolato lo sviluppo della terapia del dolore e soltanto conoscenza, cultura e leggi innovative ne hanno permesso la diffusione e l’utilizzo con grandi benefici per i pazienti». In tal senso, «la cannabis sta vivendo un momento simile di difficoltà e diffidenza, nella ricerca, conoscenza e utilizzo clinico». Ciò anche alla luce del fatto che «non si fa un distinguo chiaro e netto fra uso ludico e uso terapeutico». Per questo «nuovi studi sugli effetti clinici dei farmaci a base di Cannabis sono fondamentali per mettere in evidenza il valore terapeutico di questa sostanza». Con l’auspicio, prosegue, «che tutti pazienti che ne hanno bisogno, abbiano accesso a questi potenti antidolorifici, senza dover peregrinare alla ricerca dei pochi centri in Italia che ne fanno uso. Il diritto a non soffrire è un diritto universale».
Nella fase preliminare, il gruppo identificherà «uno strumento idoneo alla raccolta e all’analisi di dati di utilizzo clinico e prescrittivo di cannabis ad uso medico attualmente in corso», a cu verranno affiancati «percorsi di formazione e divulgazione ai fini di porre il tema Cannabis quale materia in ambito medico in continuo aggiornamento».Lo scorso giugno il farmacista Ternelli oltre ad aver sottolineato che «in materia di approvvigionamento e di dispensazione di prodotti a base di cannabis terapeutica i problemi sono ancora irrisolti», dibattendo sulla questione delle differenze da regione a regione in tema di indicazioni terapeutiche, la situazione è rimasta invariata: «In molti casi le amministrazioni – spiegava Ternelli – non si sono adeguate ancora all’indicazione di rendere uniforme la dispensazione sul territorio. In alcuni luoghi del nostro Paese, i preparati a base di cannabis terapeutica non sono neppure mutuabili…».
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