federfarmaIl primo “round” segna un punto a favore di medici e farmacisti, sul piede di guerra dopo l’adozione da parte della Regione Campania dei decreti 56 e 57 che prevedono “misure di incentivazione dell’appropriatezza prescrittiva e di razionalizzazione della spesa farmaceutica territoriale”. Mentre il numero 57 riguarda soprattutto la spesa farmaceutica da parte delle aziende sanitarie, è in particolare il decreto 56 ad aver agitato gli animi, dato che pone una serie di vincoli e obiettivi volti a favorire la prescrizione dei meno costosi farmaci a brevetto scaduto rispetto a quelli branded. In teoria un principio animato da “buone intenzioni”, ma che implica una serie di obblighi in relazione a certi farmaci che hanno prodotto la reazione della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, e di Federfarma per le questioni operative connesse. Più nello specifico, per alcune categorie di medicinali il decreto prevede che il medico prescrittore sia tenuto a compilare un Modello unico in cui fornisce le proprie motivazioni quando sceglie di prescrivere farmaci che non rappresentano l’opzione a costo più contenuto. Per contro, se la prescrizione non fornisce una valida motivazione per tale scelta da parte del medico di un farmaco a più alto costo, il farmacista ha l’obbligo di richiedere tempestivamente ulteriori integrazioni e qualora il medico non perfezioni la prescrizione con le integrazioni richieste il farmacista procederà alla dispensazione del farmaco prescritto ma dovrà informare la propria Direzione strategica, che provvederà a comminare le sanzioni previste. E proprio qui sta una delle criticità maggiori secondo medici e farmacisti, che hanno chiesto e ottenuto un incontro-confronto con la struttura commissariale della sanità campana.

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«La pubblicazione del decreto commissariale in oggetto ha determinato osservazioni e richieste di incontro da parte delle associazioni dei Mmg e di Federfarma», conferma la struttura commissariale in una nota ai soggetti coinvolti, negli incontri tenutisi «sono emerse esigenze di chiarimenti interpretativi e/o di eventuali integrazioni al provvedimento. Tali esigenze non consentono una totale immediata attuazione delle iniziative previste nel decreto e rendono altresì necessario il prosieguo del tavolo di confronto per l’emanazione di una apposita circolare attuativa». In attesa di quest’ultima, continua la struttura sanitaria regionale, «il decreto va eseguito nei limiti della sua applicabilità», e in particolare, «fino a nuove disposizioni, può ritenersi non obbligatoria l’allegazione del Modello unico di prescrizione, anche ai fini della spendibilità della ricetta». Una decisione che, come scrive ai titolari regionali il presidente di Federfarma Campania e Napoli Michele Di Iorio, accoglie sostanzialmente le tesi del sindacato. La struttura commissariale, sottolinea Di Iorio, «ha accettato di confermare la “pagabilità” delle ricette Ssn anche in mancanza della documentazione prevista dal decreto in oggetto. Data la complessità del contenuto del decreto 56, si è convenuto di programmare un percorso di confronti al fine di addivenire a una soluzione condivisa tanto con i titolari di farmacia quanto con la classe medica». Le ricette, insomma, vanno spedite esclusivamente secondo le procedure convenzionali. Almeno per il momento.

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