Industria farmaceutica e farmacia territoriale sono strettamente interconnesse e, secondo Salvatore Butti, General Manager & Managing Director di EG STADA Group, devono continuare a operare in sinergia per valorizzare sempre di più la figura del farmacista nell’ambito del sistema sanitario. Nell’intervista a FarmaciaVirtuale.it, Butti spiega che «il grande contributo del farmacista territoriale per l’assistenza sanitaria ha avuto una conferma straordinaria durante la pandemia. In questo periodo la farmacia è stato uno “sportello” di prossimità che ha permesso ai cittadini di trovare degli operatori sanitari disponibili e in prima linea. Pur rischiando in prima persona, i farmacisti hanno dato ai pazienti risposte puntuali, dimostrando il grande contributo che sono in grado di dare alla comunità». Il dirigente aggiunge inoltre che a suo avviso «la farmacia è il luogo di prossimità dove coltivare il proprio stato di salute. La presenza della farmacia è capillare. Le farmacie rurali sono a volte l’unico presidio sanitario a cui le persone possono rivolgersi. In alcuni di questi territori capita che non ci sia nemmeno il medico, ma solo il farmacista, il che dimostra il grandissimo valore della farmacia italiana».
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Farmacista essenziale per collocare il paziente al centro
I vantaggi che può avere una maggiore valorizzazione dei farmacisti territoriali sono, secondo Butti, di diverso tipo e porterebbero a un servizio e un’assistenza al paziente ancora più puntuali: «Gli ultimi due anni hanno messo in evidenza alcune criticità del nostro sistema salute. Se vogliamo che il paziente stia al centro del sistema stesso, come deve essere, il farmacista può avere un ruolo molto importante perché in grado, con altre figure come medico di base, specialisti e infermieri, di dare una risposta al paziente con una presenza quotidiana sul territorio». Secondo Butti è possibile valorizzare ulteriormente la figura del farmacista: «Penso, ad esempio, ai farmaci innovativi, dalla cui dispensazione la farmacia è rimasta fuori. Una scelta che ha anche conseguenze negative, in quanto la mancata dispensazione implica la mancata conoscenza del farmaco stesso e delle sue interazioni con altri medicinali. Sarebbe invece utile coinvolgere il farmacista in questo ambito con un percorso formativo adeguato che gli permetta, assieme al medico, di dare una risposta migliore al paziente».
Anche l’industria può supportare il professionista sanitario
Butti evidenzia come anche l’industria possa contribuire a valorizzare e supportare il lavoro dei farmacisti sul territorio, attraverso una stretta collaborazione e uno scambio costante di informazioni. «L’industria può dare un valido supporto al farmacista fornendogli tutte le informazioni necessarie per assistere i pazienti. L’obiettivo deve essere quello di favorire una collaborazione costante tra medico e farmacista e fare tutti assieme il possibile per mantenere l’eccellenza della farmacia italiana».
L’intervista integrale aprendo questo collegamento.
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