
I risultati dello studio clinico di Fase 3 Bax24 hanno confermato l’efficacia di baxdrostat nel trattamento dell’ipertensione arteriosa resistente. La sperimentazione ha dimostrato la riduzione statisticamente significativa della pressione arteriosa sistolica media misurata nelle 24 ore. I dati completi sono stati presentati al Congresso dell’American heart association 2025 e diffusi in Italia il 13 novembre. I pazienti arruolati, con ipertensione resistente, hanno ricevuto baxdrostat alla dose di 2 mg o un placebo in aggiunta alla terapia standard. L’endpoint primario dello studio è stato raggiunto, con una diminuzione della pressione sistolica media di 14,00 Mm/hg, corretta per il placebo, dopo 12 settimane di trattamento. L’effetto è stato osservato in modo consistente durante l’intero arco della giornata, compreso il periodo notturno e le prime ore del mattino, momenti critici per il rischio di eventi cardiovascolari. Il profilo di sicurezza del farmaco si è dimostrato coerente con quanto osservato in precedenti indagini.
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Meccanismo d’azione di baxdrostat
Baxdrostat agisce inibendo in modo selettivo l’aldosterone sintasi, enzima centrale nella produzione di aldosterone, ormone implicato nella regolazione della pressione sanguigna. Il composto è in fase di studio per altre indicazioni, tra cui l’aldosteronismo primario e, in combinazione con dapagliflozin, per la malattia renale cronica. I risultati positivi dello studio Bax24 saranno sottoposti alle autorità regolatorie globali per le approvazioni necessarie. La condizione dell’ipertensione resistente, che persiste nonostante l’uso di tre o più farmaci antipertensivi, è una sfida clinica con milioni di pazienti a livello mondiale che non raggiungono i target pressori raccomandati. Il monitoraggio dinamico della pressione nelle 24 ore è riconosciuto come un predittore più affidabile di eventi avversi cardiovascolari rispetto alla misurazione in ambulatorio.
Potenziale di baxdrostat nel ridefinire le possibilità terapeutiche
Sharon Barr, executive vice president biopharmaceuticals R&D di AstraZeneca, ha dichiarato che «i dati dello Studio Bax24 dimostrano l’impatto significativo che la lunga emivita di baxdrostat e la sua inibizione altamente selettiva dell’aldosterone sintasi possono avere nel migliorare la pressione arteriosa sistolica nelle 24 ore e nelle ore notturne per i pazienti con ipertensione resistente, particolarmente esposti all’occorrenza di eventi cardiovascolari, inclusi infarto e ictus. Questi dati e i risultati dello studio Baxhtn, evidenziano il potenziale di baxdrostat nel ridefinire le possibilità terapeutiche per i milioni di pazienti la cui ipertensione rimane non controllata nonostante le terapie attualmente disponibili».
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