Il 2020 si è chiuso con un andamento critico per tutto il comparto dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica. Lo riferisce l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione (Assosalute), organizzazione appartenente a Federchimica, analizzando le rilevazioni di Iqvia, società specializzata nell’elaborazione e analisi dei dati in ambito healthcare. Stando al trend registrato, il fatturato del settore ha raggiunto poco più di 2,3 miliardi di euro, mostrando una contrazione del 6,6%. I consumi, pari a 245 milioni di confezioni, evidenziano un calo l’8,8% rispetto al 2019. «La pandemia di Covid-19 – evidenzia Assosalute – ha avuto un grande impatto sul mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione registrando, sia sul lato dei consumi sia su quello della spesa, una forte flessione delle vendite, la peggiore degli ultimi 15 anni».
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Vendite in calo per tutte le categorie
L’andamento del settore si presenta piuttosto uniforme, con una flessione sia a volume sia a valore che riguarda tanto i medicinali Over the counter (Otc) quanto i Behind the counter (Sop). I primi, che rappresentano il 75% del totale del mercato dei medicinali senza obbligo di prescrizione, hanno subito nel 2020 un calo a volume del 9,2% e a valore del 6,8%. I farmaci Sop sono reduci a loro volta da un trend negativo, con una riduzione delle confezioni vendute del 7,5% e una flessione dei fatturati del 5,8%. «Si osserva, soprattutto, una decisa contrazione dei consumi a dicembre (-25,2%) – spiega Assosalute – dovuta principalmente ai medicinali per la cura delle affezioni dell’apparato respiratorio (la prima classe terapeutica del mercato dei farmaci senza obbligo di ricetta), il cui consumo è crollato quasi del 50% rispetto a dicembre 2019: l’utilizzo delle mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani insieme alle misure di contenimento del contagio con forme differenziali di lockdown e una più generale modifica delle abitudini di vita hanno ridotto significativamente la circolazione dei virus influenzali e parainfluenzali».
La farmacia resta il primo canale di vendita
Quanto alla scelta del canale distributivo, secondo Assosalute la farmacia resta il principale porto di accesso ai farmaci di automedicazione, dove i pazienti si recano per acquistare i farmaci senza prescrizione medica. Detiene infatti una quota di mercato superiore al 90% a volume e pari a quasi il 92% a valore, avendo dimostrato durante i mesi più acuti della pandemia grande capacità di reazione, incrementando per esempio la vendita on-line. Nel corso del 2020, l’acquisto via Internet di farmaci senza prescrizione è aumentato del 136% a volumi, incrementando del 145% il giro d’affari che ha raggiunto circa 41,5 milioni di euro.
Il calo della spesa farmaceutica convenzionata
È utile rilevare che il dato relativo alla contrazione del consumo di Sop e Otc procede di pari passo a quelli dell’andamento della spesa farmaceutica convenzionata. Nell’ultimo rapporto gennaio-settembre 2020 dell’Agenzia italiana del farmaco, si osserva una diminuzione rispetto a quella dell’anno precedente, pari a -164,10 milioni di euro. I consumi, espressi in numero di ricette (402,5 milioni di ricette), mostrano una riduzione (-6,5%) rispetto al 2019; anche l’incidenza del ticket totale si riduce (-6,9%). Per quanto concerne le dosi giornaliere dispensate si osserva un decremento dell’1,1% (-184,1 milioni).
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