L’associazione di consumatori Altroconsumo ha commentato, attraverso le proprie pagine online, la confusione creatasi in seguito della diffusione di notizie inesatte in merito agli aumenti dei prezzi dei farmaci di fascia C, da parte delle principali testate giornalistiche rivolte al pubblico. Molti giornali infatti hanno erroneamente associato tali aumenti ai farmaci da banco e non ai farmaci di fascia C con ricetta, a carico del cittadino. «Peccato che la notizia non sia proprio esatta – spiega Altroconsumo -. L’aumento non è sui farmaci da banco, ovvero quelli che si vendono senza prescrizione medica e il cui prezzo è libero e fissato a discrezione del farmacista, ma dei cosiddetti farmaci di fascia C. Si tratta di quei farmaci che paga interamente il consumatore (e non il sistema sanitario nazionale) ma che possono essere venduti solo dietro presentazione di ricetta medica».

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Tuttavia, a fronte della divulgazione di una corretta informazione, Altroconsumo coglie l’occasione per “bacchettare” le farmacie, sottolineando che «la mancata liberalizzazione della fascia C agevola questi aumenti perché il mercato è di fatto privo di concorrenza». A dire dell’Associazione di consumatori, «dal 2012 è possibile applicare sconti anche sui farmaci con ricetta (quelli di fascia C appunto), ma di fatto le farmacie non li applicano perché non incentivate a farlo, come dimostrato da una nostra inchiesta di qualche anno fa dove su 100 farmacie solo 1 ci aveva applicato uno sconto».

Sullo stesso tema era intervenuto Marco Cossolo, presidente di Federfarma, definendo «notizie fuorvianti» quelle circolate sugli organi di informazione. Il dirigente nell’occasione aveva affrontato punto su punto le tematiche relative al possibile aumento biennale dei prezzi di farmaci di fascia C con ricetta, evidenziando che tali aumenti non dipendevano dalle farmacie, oltre che «gli aumenti di prezzo si ripercuotono sulle farmacie che acquistano i farmaci dalle aziende a prezzi più alti».

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