La prima immunoterapia antitumorale anti-Pd-L1 per iniezione sottocutanea disponibile nell’Unione europea (Ue), a base di atezolizumab, ha avuto semaforo verde dalla Commissione. A farlo sapere è l’impresa Roche, la quale ha ricordato che «nell’ultimo anno, oltre 38mila persone nell’Ue hanno ricevuto atezolizumab per il trattamento di diversi tipi di tumore del polmone, del fegato, della vescica e della mammella». Come riferito, «finora atezolizumab è stato somministrato mediante infusione Ev, che richiede circa 30-60 minuti. La nuova iniezione sottocutanea, approvata per tutte le indicazioni di atezolizumab Ev, ridurrà il tempo di trattamento a circa 7 minuti, con una durata fra quattro e otto minuti per la maggior parte delle iniezioni».

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Formulazione sottocutanea facile da somministrare

Come osservato da Roche, «l’approvazione si basa sui dati registrativi dello studio di fase Ib/III IMscin001, che ha evidenziato un profilo di sicurezza ed efficacia in linea con la formulazione Ev». Inoltre «il 90% degli operatori sanitari intervistati durante lo studio è concorde nel ritenere la formulazione Sc facile da somministrare e il 75% ha dichiarato che questa opzione potrebbe consentire un risparmio di tempo, a livello di organizzazione sanitaria, rispetto alla formulazione Ev».

Prima immunoterapia antitumorale anti-Pd-L1 per uso sottocutaneo

Levi Garraway, M.D., Ph.D., chief medical officer e head of global product development di Roche, ha dichiarato che «siamo lieti di aver ottenuto l’autorizzazione a livello europeo per la prima immunoterapia antitumorale anti-Pd-L1 per uso sottocutaneo. La somministrazione di atezolizumab per via sottocutanea offre ai pazienti una maggiore flessibilità e contribuisce a generare un risparmio di risorse a beneficio dei sistemi sanitari pubblici».

Opzione immunoterapica antitumorale in formulazione sottocutanea

Enriqueta Felip, Responsabile dell’unità di oncologia toracica dell’Ospedale di Vall d’Hebron di Barcellona, ha osservato che «garantire la migliore qualità di vita possibile alle persone che convivono con un tumore è prioritario. La disponibilità di un’opzione immunoterapica antitumorale in formulazione sottocutanea potrà fare la differenza per i pazienti e i loro familiari, grazie all’opportunità di ridurre al minimo il tempo di somministrazione e consentire, dove possibile, il trattamento al di fuori dell’ospedale».

Supporto ai pazienti e ai loro familiari

Silvia Novello, docente di oncologia medica all’Università degli Studi di Torino e presidente Walce Onlus, ha sottolineato che «come Walce Onlus siamo impegnati quotidianamente nel supporto ai pazienti e ai loro familiari per favorire una migliore qualità di vita. È quindi per noi assolutamente una buona notizia venire a conoscenza dell’approvazione di atezolizumab Sc da parte di Ema. Questo tipo di somministrazione sicuramente sarà maggiormente gradita ai pazienti: passare da una somministrazione endovenosa ad un’iniezione sottocutanee ha certamente un impatto psicologico positivo oltre che un guadagno di momenti preziosi (da circa 1 ora per l’infusione a pochi minuti per l’iniezione) per il paziente e il suo caregiver. Per il personale sanitario questo significherà poter riorganizzare l’attività di Day Hospital, migliorare i flussi e, a tendere, ridurre potenzialmente le liste di attesa per l’erogazione della terapia».

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