Inizia un nuovo capitolo per l’assistenza territoriale, che vedrà un maggior coinvolgimento anche delle farmacie. L’entrata in vigore del decreto 77/2022, “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Ssn”, va a concretizzare quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza nella Missione 6 – Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. «Il perno della riforma – spiega la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) è il distretto sanitario, articolazione organizzativo-funzionale dell’Asl sul territorio, al cui interno un ruolo fondamentale è rivestito dalla Casa della Comunità definita come “luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, socio-sanitaria a valenza sanitaria e il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento”».
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Più spazio alla Farmacia dei servizi
Il decreto parla espressamente anche del ruolo della Farmacia dei servizi, specificando che questa «costituisce presidio sanitario di prossimità e rappresenta un elemento fondamentale e integrante del Servizio sanitario nazionale. In particolare, la rete capillare delle farmacie convenzionate con il Ssn assicura quotidianamente prestazioni di servizi sanitari a presidio della salute della cittadinanza». Vengono inoltre elencate le principali funzioni dei farmacisti, che includono «la dispensazione del farmaco, la possibilità per i pazienti cronici di usufruire di un servizio di accesso personalizzato ai farmaci, la farmacovigilanza, le attività riservate alle farmacie dalla normativa sulla Farmacia dei servizi (D. lgs. 153/2009) e l’assegnazione delle nuove funzioni tra le quali le vaccinazioni anti-Covid e antinfluenzali, la somministrazione di test diagnostici a tutela della salute pubblica». Il decreto precisa anche che «quanto appena descritto, circa le attività svolte dalle farmacie, si innesta integralmente con le esigenze contenute nel Pnrr riguardanti l’assistenza di prossimità, l’innovazione e la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria».
La riorganizzazione territoriale
La riforma prevede una riorganizzazione delle strutture sanitarie sul territorio, con la realizzazione di nuovi poli, le Case della Comunità, nelle quali sarà strutturato un modello di intervento integrato e multidisciplinare nell’erogazione dei servizi sanitari. La Casa della Comunità avrà una versione hub e una spoke e garantirà un’assistenza primaria su 24 ore, 7 giorni su 7. «Il decreto – aggiunge la Fofi – contempla, inoltre, le centrali operative territoriali, con funzioni di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali e la telemedicina, a supporto dei pazienti con malattie croniche, ma anche la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico». È prevista poi la presenza sul territorio di un infermiere di famiglia o di comunità, che seguirà percorsi di presa in carico e di continuità dell’assistenza in collaborazione con altre figure professionali.
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