Un gruppo di senatori – tra i quali figurano il presidente e il vice-presidente della Fofi, Andrea Mandelli e Luigi d’Ambrosio Lettieri – hanno depositato un’interrogazione in materia di assistenza a lungo termine ai malati cronici e assistenza domiciliare integrata. «La legge n. 69 del 2009 – ricordano i parlamentari – dispone che anche le farmacie pubbliche e private del territorio sono tenute ad offrire tali servizi ai pazienti che ne hanno diritto, anche a supporto alle attività del medico di medicina generale». Viene quindi citata un’analisi secondo la quale «ad oggi, l’assistenza domiciliare per la cura a lungo termine degli anziani fragili o con patologie croniche sarebbe appannaggio solo del 2,7 per cento degli ultrasessantacinquenni residenti in Italia». Essa, inoltre, «non sarebbe uniforme su tutto il territorio nazionale ma presenterebbe sensibili differenze. Nel nostro Paese sarebbero assistiti a domicilio solo 370.000 ultrasessantacinquenni, a fronte di circa 3 milioni di persone affette da patologie croniche gravi che necessiterebbero di cure continuative». Più in generale, «le singole politiche in materia di assistenza a pazienti anziani, disabili o non autosufficienti, sviluppate su base regionale, pongono in evidenza l’assenza di una vera politica nazionale per la non autosufficienza e la mancanza di un coerente modello nazionale di sostegno per detti soggetti», mentre «il Fondo nazionale per la non autosufficienza, cui attingono le singole Regioni, non è adeguatamente finanziato». Pertanto, secondo i senatori, «non è più rinviabile la necessità di individuare e porre in essere un modello alternativo di assistenza dei pazienti anziani, fragili e cronici in grado di decongestionare le strutture sanitarie ospedaliere, contenere il tristissimo fenomeno dell’abbandono degli anziani e del loro affidamento a “badanti” poco avveduti». Per ottenere l’obiettivo, occorre adottare «un modello di assistenza integrata uniforme, che consentirebbe di conseguire un notevole vantaggio anche dal punto di vista del contenimento della spesa sanitaria». Di qui la richiesta al governo di promuovere un tavolo di confronto con i rappresentanti delle Regioni, di effettuare una verifica delle strutture residenziali esistenti e di «promuovere un sistema di cure domiciliari che individui nei servizi offerti dalle farmacie pubbliche e private del territorio un contributo importante di assistenza integrata, che riguardi, oltre alla tradizionale dispensazione dei farmaci e alla prenotazione di prestazioni di assistenza specialistiche, anche un’attività di informazione relativa, per esempio, all’uso corretto dei farmaci e alla loro conservazione, e all’attività di monitoraggio dei consumi farmaceutici».
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