È stato pubblicato il secondo report “Surveillance of antimicrobial resistance in Europe”, realizzato congiuntamente dallo European centre for disease prevention and control (Ecdc) e dall’Oms/Europe. Dallo studio, che riporta i dati raccolti nel 2021, emerge una situazione ancora preoccupante, con un incremento dei livelli di antibiotico resistenza soprattutto nelle aree meridionali e orientali della regione europea rispetto al nord-ovest. Gli autori sottolineano che il fenomeno rappresenta una seria minaccia per la salute nella regione al punto che molti paesi hanno opzioni terapeutiche limitate per i pazienti con infezioni causate da agenti patogeni in grado di resistere agli antibiotici. «Poiché i batteri resistenti agli antibiotici continuano a emergere – dichiara Dominique Monnet, capo sezione dell’Ecdc per Resistenza antimicrobica e infezioni nosocomiali – sono necessari ulteriori sforzi per migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, ridurre l’uso non necessario di antibiotici, progettare e attuare programmi di gestione antimicrobica e garantire un’adeguata capacità microbiologica».

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Resistenza diffusa a cefalosporine e carbapenemi

Il report riferisce che nel 2021 la resistenza alle cefalosporine di terza generazione e ai carbapenemi è stata in genere più elevata nei casi di Klebsiella pneumoniae rispetto a quelli di Escherichia coli. Mentre la resistenza ai carbapenemi è rimasta rara nell’E. coli per la maggior parte dei paesi, il 33% delle nazioni ha riportato percentuali di resistenza del 25% o superiori nella K. pneumoniae. La resistenza ai carbapenemi si è rivelata comune anche nelle specie di Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter, e in percentuale maggiore rispetto alla K. pneumoniae. Come osservato nei precedenti rapporti regionali, esiste un gradiente di resistenza da nord a sud e da ovest a est, con tassi più elevati osservati nelle parti meridionali e orientali della regione europea rispetto a quelle settentrionali e occidentali. Ciò è particolarmente evidente per la resistenza alle cefalosporine di terza generazione e ai carbapenemi nella K. pneumoniae e per quanto riguarda la resistenza ai carbapenemi nell’ Acinetobacter spp.

I principali dati emersi

Osservando nel dettaglio i dati del 2021, si evidenzia che la resistenza ai fluorochinoloni nell’E. coli è stata generalmente più bassa nelle aree settentrionali della regione europea dell’Oms e più alta al sud. Una percentuale di resistenza inferiore al 10% è stata osservata in due dei 45 paesi che hanno riportato dati su questo microrganismo, mentre una percentuale del 25% o superiore è stata riportata in 17 paesi e una percentuale del 50% o superiore è stata osservata in quattro paesi. In merito alle cefalosporine di terza generazione nell’ E. coli, 12 dei 45 paesi hanno riportato percentuali inferiori al 10%, mentre percentuali di resistenza pari o superiori al 50% sono state osservate in quattro nazioni. Otto su 44 paesi hanno riportato percentuali di E. coli resistenti ai carbapenemi dell’1% o superiori. Il report sottolinea poi che la resistenza alla cefalosporina di terza generazione in K. pneumoniae è diventata piuttosto diffusa in tutta la regione, con 19 paesi che hanno riportato percentuali di resistenza del 50% o superiori. Si rimanda al report integrale nella sezione “Documenti allegati”.

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