sunifarAlla metà di dicembre 2015, il presidente dell’associazione Sunifar, Alfredo Orlandi, aveva illustrato un protocollo di intesa sottoscritto assieme all’Anpci (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia) e a Federanziani. L’obiettivo del documento, aveva spiegato il sindacato unitario dei farmacisti rurali, era di «coordinare programmi e azioni volte alla tutela delle popolazioni dei piccoli comuni, in vista della legge Delrio che prevede l’accorpamento delle funzioni amministrative di tutti i comuni con meno di 5 mila abitanti. La lotta alla desertificazione dei piccoli comuni, che pregiudica maggiormente la popolazione più anziana, passa attraverso la tutela dei presidi pubblici e dei servizi che li hanno da sempre contraddistinti. Tra questi certamente ci sono le farmacie rurali, capillarmente distribuite su tutto il territorio nazionale».
È in questo stesso solco che Sunifar fa sapere di aver lanciato, alla fine di febbraio 2016, una serie di «iniziative di protesta contro una nuova e più devastante proposta di legge, la “A.C. n. 3420”, che sostanzialmente decreta la scomparsa dei comuni con meno di 5 mila abitanti. In particolare, il testo, sottoscritto da ben 20 deputati del Pd, stabilisce il principio che un comune non possa presentare una popolazione inferiore a tale soglia, e obbliga conseguentemente le regioni a provvedere, laddove i comuni non lo abbiano fatto autonomamente, entro 24 mesi». Inoltre, prosegue l’associazione di categoria, «qualora la fusione non intervenga entro 48 mesi i comuni si vedranno dimezzate le quote di trasferimento dei fondi statali». Di qui le iniziative di protesta: l’Anpci prevede l’esposizione di un drappo bianco nelle sedi dei comuni, che Sunifar invita ad esporre, dal 1 marzo, anche in tutte le farmacie, «per esprimere piena solidarietà ed appoggio all’iniziativa e per sensibilizzare le popolazioni interessate contro un progetto di legge che sicuramente non farà che peggiorare le loro condizioni di vita».
«La legge Del Rio avrebbe dovuto entrare in vigore il 1 gennaio 2015 – spiega Orlandi a FarmaciaVirtuale.it – ma per via delle grandi proteste da parte delle amministrazioni locali è stata prorogata, ed è in vigore dal 1 gennaio 2016. Essa parlava di possibili accorpamenti nei piccoli comuni. Ora, la proposta numero 3420 è molto più esplicita: all’articolo 1 spiega che i comuni al di sotto dei 5 mila abitanti non possono esistere. Una scelta dettata da ragioni economiche. E all’articolo 2 si aggiungono le sanzioni, operate sotto forma di tagli ai fondi. In pratica, sarebbe la fine della ruralità e anche delle farmacie rurali. Immaginiamo cosa accadrà con le piante organiche? In un comune di mille abitanti che si fonde con uno da 20 mila il titolare “ex rurale” sarà obbligato a spostarsi verso il centro, per “includere” una quota di popolazione più grande. Si creeranno così realtà soprannumerarie e si lasceranno determinate zone prive di presidi».

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