Si è celebrata il 22 aprile 2024 la Giornata nazionale della salute della donna. La giornata, istituita e promossa nove anni fa su iniziativa del ministero della Salute e della Fondazione Atena Onlus, punta a richiamare l’attenzione di operatori sanitari e cittadini sull’importanza di un’adeguata promozione della salute della donna. Il ministero della Salute, in collaborazione con associazioni e società scientifiche e il supporto della società Edra Spa, ha riunito presso la Casa del cinema di Roma, i rappresentanti del mondo delle istituzioni, delle società scientifiche e delle associazioni che lavorano a tutela del benessere femminile, per fare il punto su come aumentare la consapevolezza sull’importanza della salute della donna, rafforzando le azioni di prevenzione e diagnosi precoci, assistenza, cura e riabilitazione, con un approccio che tenga conto della specificità della donna. Hanno partecipato alla discussione anche l’attrice e cantante Clara Soccini e le attrici Cristina Donadio e Ilaria Ghira, per raccontare come mettere al centro la salute in base all’età e alle proprie esperienze di vita e professionali. All’esterno della Casa del cinema presenti anche unità mobili della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) che hanno offerto visite e screening gratuiti, e all’interno punti informativi a cura di alcune associazioni che hanno aderito all’iniziativa.

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Forte messaggio di fiducia da trasmettere a tutte le donne

Per Orazio Schillaci, ministro della Salute, che ha aperto l’evento a Roma, «il benessere delle donne lungo tutto l’arco della vita è un presupposto irrinunciabile per la piena realizzazione del diritto alla salute garantito dalla nostra Costituzione. Con questa consapevolezza, siamo impegnati per migliorare la prevenzione e l’assistenza e la cura. Il nostro servizio sanitario vanta numerose eccellenze. L’Italia ha un tasso di riduzione della mortalità per neoplasia della mammella superiore alla media europea: è un forte messaggio di fiducia da trasmettere a tutte le donne che stanno combattendo la malattia, così come dobbiamo cogliere ogni occasione, a partire dalla giornata di oggi, per ribadire l’importanza della prevenzione. Non dimentichiamo che siamo tra le popolazioni più longeve al mondo e che le donne vivono più a lungo degli uomini».

Impulso a un approccio medico sempre più personalizzato

Secondo Schillaci «riconoscere le specificità della donna è essenziale per delineare programmi ed azioni, per organizzare l’offerta dei servizi, per indirizzare la ricerca, per analizzare i dati statistici. In questo contesto le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale possono dare impulso a un approccio medico sempre più personalizzato e orientato proprio sulla centralità della persona. Importanti anche le iniziative messe in campo per incentivare l’adozione di stile di vita corretti e salutari sin dall’infanzia, così come – accanto all’impegno per la prevenzione – stiamo lavorando per potenziare la sanità di prossimità. Per assicurare un modello integrato di intervento il Servizio Sanitario mette a disposizione di tutte le donne una rete capillare di servizi territoriali: li stiamo rafforzando anche con le risorse del Pnrr e, naturalmente, si conferma essenziale il ruolo di tutti i professionisti sanitari sul territorio».

Longevità deve diventare una sfida collettiva da vincere

A evidenziare il tema della longevità è stata anche Carla Vittoria Cacace Maira di Fondazione Atena Onlus: «In italia il numero di anziani (over 65) ha raggiunto nel 2023 i 14 milioni. Di questi, le donne rappresentano il 53%. L’aumento dell’aspettativa di vita vede oggi un vantaggio per le donne di poco più di 5 anni. Purtroppo, molto spesso gli anni di longevità sono gravati da disabilità, malattie tumorali, patologie cardiovascolari e metaboliche. Tutto ciò potrebbe avere un impatto sulla società e sulla spesa sanitaria nazionale e, se non vogliamo che i sistemi di welfare crollino di fronte alla pressione di milioni di anziani bisognosi di assistenza e cura, la longevità deve diventare una sfida collettiva da vincere attraverso politiche pubbliche e adeguati protocolli di prevenzione».

Obesità incide sulla fertilità

Tra i temi al centro della giornata anche il benessere globale della donna, dall’importanza dello stile di vita e di buone abitudini alimentari come ricordato da Anna Maria Colao, docente e primario di Patologia Neuroendocrina presso l’Università Federico II di Napoli. Un tema affrontato anche da Nicola Colacurci, past president di Sigo e direttore del dipartimento di Ginecologia e Ostetricia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Luigi Vanvitelli” di Napoli. Per Colacurci l’obesità incide sulla fertilità: i problemi di peso incidono sul rischio di aborto spontaneo e di complicanze per le donne in gravidanza, soprattutto tra le over 40. Colacurci ha poi sottolineato l’importanza della promozione di una sessualità responsabile per contribuire a contrastare il fenomeno della denatalità.

Narrazione empatica e autentica a seconda di tutte le fasce d’età

Nicoletta Gandolfo, direttore del dipartimento Immagini e coordinatore della breast unit Asl3, ha ricordato l’importanza della sinergia e della multidisciplinarietà per tutelare la salute della donna, che, come sottolineato da Annalisa Manduca, giornalista e divulgatrice scientifica, va raccontata e comunicata attraverso una narrazione empatica e autentica a seconda di tutte le fasce d’età. Sul tema della prevenzione e degli screening in particolare mammografici, con riferimento anche a costi diretti e indiretti, è intervenuto Francesco Saverio Mennini, capo del Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale del ministero della Salute: «In un’ottica di programmazione e gestione del sistema sanitario, è necessario individuare sempre maggiori e nuove strategie d’accesso e intervento, anche per ridurre costi diretti e indiretti. Il nuovo approccio sistematico dovrà prevedere la definizione e la condivisione di percorsi terapeutici specifici, organizzando la gestione secondo la prospettiva della medicina di genere e personalizzata».

Le problematiche che possono caratterizzare la salute femminile

Hanno ribadito l’importanza della prevenzione e la necessità di Pdta personalizzati anche i presidenti e i responsabili delle società scientifiche che hanno collaborato durante la mattina di lavoro: Sigo, Sip, Sigg, Fnopo, Giseg, Agite. Hanno contribuito alla discussione, mettendo in luce alcune problematiche che possono caratterizzare la salute femminile, da patologie che necessitano di più attenzione come l’endometriosi, ai disturbi del comportamento alimentare, anche le associazioni Fondazione Incontra Donna, Andos, Aidm, Fondazione Atena Onlus, Fondazione Onda, Associazione Ape Endometriosi e Consultanoi – Disturbi del Comportamento Alimentare.

Migliorare la comunicazione, rendendola efficace e capillare

L’incontro, moderato dalla giornalista Chiara Bidoli, si è concluso con l’intervento di Mara Campitiello, capo della segreteria tecnica del ministro della Salute, intervistata circa le prossime azioni del Ministero in materia di salute femminile. Campitiello ha fatto riferimento ai dati dell’Hologic global women’s health index, analisi svolta negli scorsi mesi su un campione di 147mila donne rispetto al proprio stato di salute: «Il quadro che l’indagine restituisce è drammatico: l’Italia si posiziona al 57esimo posto su scala globale per prevenzione. Un dato allarmante, per esempio, è che solo l’11% delle donne dichiara di essersi sottoposta a screening per tumore nell’ultimo anno e solo il 15% delle donne italiane si è sottoposta alla misurazione della pressione arteriosa. L’impegno è di invertire questa tendenza: la prima azione sarà migliorare la comunicazione, rendendola efficace e capillare. Le donne italiane devono iniziare a prendersi cura di sé stesse».

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