Farmacista in maternità: quali tutele contrattuali?

Essere farmacista in maternità può comportare una serie di domande in merito alle tutele contrattuali e sulla possibilità di beneficiare di adeguati permessi retribuiti. Quali sono le leggi e le politiche che regolamentano la maternità per le farmaciste in Italia? La risposta sulla base di un quesito inviato a Esperto Risponde di FarmaciaVirtuale.it, al quale ha risposto Francesco d’Alfonso, dottore commercialista in Roma, in cui una farmacista ha chiesto quali siano le tutele in maternità e in che modo verificare se vengono applicate dal titolare della farmacia.

Diritti e tutele contrattuali per le farmaciste in maternità

Secondo la legge italiana, le farmaciste in maternità (come tutte le lavoratrici) hanno diritto a un congedo obbligatorio di almeno cinque mesi che può essere esteso fino a sette mesi in caso di parto gemellare o di complicanze nella gravidanza. Inoltre, è possibile richiedere ulteriori permessi non retribuiti per un massimo di 6 mesi dopo la fine del congedo di maternità. Per quanto riguarda il contratto di lavoro, la farmacista in maternità è protetta dal divieto di licenziamento durante il periodo compreso tra l’inizio della gravidanza e il compimento del primo anno di vita del bambino a meno che non vi siano motivi gravi e comprovati che giustifichino il licenziamento. Inoltre, la farmacista in maternità ha il diritto di rientrare al proprio posto di lavoro al termine del congedo di maternità.

Permessi retribuiti per la cura dei figli

Le farmaciste che diventano madri possono richiedere anche i permessi retribuiti previsti dalla legge per la cura dei figli. In particolare, la legge prevede un permesso di almeno quattro mesi, che può essere esteso fino a sei mesi in caso di parto gemellare o di adozione di due o più bambini contemporaneamente. Inoltre, è possibile richiedere un permesso retribuito di un’ora al giorno per allattare il proprio bambino fino al compimento del primo anno di età. Il permesso può essere fruito in un’unica soluzione o frazionato in più parti, a discrezione della farmacista.

I diritti delle farmaciste lavoratrici autonome

Le farmaciste che lavorano come lavoratrici autonome o libere professioniste non godono degli stessi diritti delle dipendenti, ma possono comunque beneficiare di alcune tutele. In particolare, possono richiedere il congedo di maternità e i permessi per la cura dei figli previsti dalla legge. Inoltre, le farmaciste lavoratrici autonome possono richiedere il sostegno economico previsto dalla legge per le lavoratrici autonome in maternità, che consiste in un’indennità di maternità erogata dall’Inps per un massimo di cinque mesi.

Diritto all’indennità di maternità farmacista

L’indennità di maternità per le lavoratrici autonome è erogata anche dall’Enpaf se non erogata da altro Ente. Quindi, non hanno diritto all’indennità di maternità erogata dall’Enpaf le iscritte che svolgano attività in base a un rapporto di lavoro dipendente pubblico o privato, quelle che sono assicurate presso la gestione Artigiani e Commercianti dell’Inps ovvero presso la Gestione Separata Inps (in quest’ultimo caso, solo se versano l’aliquota contributiva massima nella quale è compresa anche la quota per la copertura della maternità).

Le cifre corrisposte dall’Enpaf

L’indennità di maternità è corrisposta dall’Enpaf per i due mesi precedenti e per i tre successivi la data del parto. L’emolumento viene erogato nella stessa misura anche in caso di aborto che sia intervenuto dopo il compimento del sesto mese di gravidanza. In caso di aborto verificatosi a partire dal terzo mese di gravidanza (dodicesima settimana) ma prima del compimento del sesto mese spetta un’indennità pari a una sola mensilità. Le farmaciste in maternità hanno diritto a una serie di tutele e permessi retribuiti previsti dalla legge italiana. È importante conoscere i propri diritti e le procedure per richiederli, in modo da poter affrontare la maternità con maggiore serenità e tranquillità.