In Svizzera si moltiplicano i problemi legati alla carenze di farmaci. A confermare le difficoltà della nazione alpina a fronteggiare il fenomeno è un articolo apparso sulla NZZ am Sonntag, che ha specificato come il totale di vaccini che attualmente non risultano disponibili nelle farmacie della Confederazione sia pari ad 8. Mentre sono 31 i farmaci che non risultano più disponibili. A ciò si aggiungono poi le ben 592 specialità per le quali si riscontrano problemi di approvvigionamento.
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Il giornale svizzero – edizione domenicale del quotidiano Neue Zürcher Zeitung di Zurigo – ha spiegato che per quanto riguarda ad esempio i medicinali a brevetto scaduto, alcuni di essi sono prodotti ormai unicamente da laboratori cinesi: quelli occidentali ritengono che il business non sia più redditizio, dal punto di vista finanziario. La Cina rifornisce così il mondo intero, ma non senza difficoltà in termini di distribuzione in territori lontani, come nel caso delle farmacie svizzere. Ma non è tutto: i problemi sul territorio elvetico si riscontrano perfino per quanto riguarda i medicinali salva-vita. L’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico svizzero (UFAE), nello scorso mese di marzo, ha confermato un «aumento della gravità delle interruzioni nelle forniture». Ricordando come ciò comporti anche «misure costose».
Il quotidiano Ticino Online 20 Minuti ricorda infatti che «nel caso di due vaccini, un antibiotico e altri tre farmaci, le autorità sono dovute intervenire per ovviare al blocco». La stessa testata riferisce come gli ospedali lamentino «difficoltà ad ottenere antidolorifici, antipertensivi o pillole anticoncezionali. La maggior parte di questi sono preparati “vecchi”, compresi i “classici” come l’aspirina o l’ibuprofene. Una scatola costa ai pazienti solo pochi franchi e le aziende non guadagnano quasi niente». Per questo l’UFAE aveva puntato il dito direttamente contro il libero mercato, sottolineando come nei settori critici, esso non sia «più in grado di compensare i ritardi nella catena di fornitura stessa a causa del numero ridotto di fornitori e dei bassi livelli di scorte presso aziende e ospedali». Come riferito ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it, alla fine del mese di maggio, il Pgeu (Pharmaceutical Group of the European Union) ha pubblicato un position paper in materia di carenze di medicinali, avanzando cinque proposte per risolvere il problema.
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