«Apprendiamo dalle agenzie di stampa la deludente situazione delle trattative per il rinnovo del contratto dei colleghi farmacisti dipendenti di farmacia privata. Con il perdurare di questa situazione la perdita di “rinnovi naturali e doverosi” va a scapito sia della dignità economica del professionista sia sulla maturazione della pensione al termine del rapporto di lavoro (meno rinnovi, meno versamenti uguale pensione in proporzione sempre minore)». È attraverso queste parole che la Federazione nazionale associazioni farmacisti non titolari manifesta la propria posizione in merito alle trattative in corso relative al rinnovo del Contratto collettivo nazionale lavoratori farmacisti di farmacie private.
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«La riforma dell’organizzazione del lavoro nelle farmacie e le sfide future della professione – spiega la federazione – non possono passare attraverso regole e riconoscimenti penalizzanti per il farmacista collaboratore anima insostituibile in ogni farmacia territoriale. Da diversi anni si parla di formazione e professionalità per dare un servizio, a tutti i cittadini, sempre migliore in competenza, disponibilità e accortezza nello scegliere i prodotti dedicati nella salute della popolazione». Concetti che, secondo Conasfa, sono «oramai radicati nei “modelli del capitale” che si stanno importando e non da ultimo ripreso anche dall’ultima “catena delle farmacie indipendenti” proposto e propagandato da Federfarma».
In proposito, la federazione evidenzia che «Federfarma deve capire che l’investimento più importante per le proprie farmacie sono i farmacisti collaboratori che devono essere formati motivati e retribuiti per tutta la loro professionalità. Non si capisce come si possano gestire queste trasformazioni con contropartite, (ulteriore flessibilità a quella già in atto) al limite dello scandaloso, per usare un eufemismo».
La Federazione sottolinea inoltre che, negli ultimi mesi, «ha rinunciato a partecipare ad eventi pubblici (Farmacista Più, Cosmofarma) in segno di protesta per la mancanza di attenzione e lungimiranza verso il pilastro del servizio e dell’azienda farmacia, il farmacista collaboratore, ma allo stesso tempo ha mantenuto la disponibilità al dialogo per facilitare il confronto tra i vari attori e portare soluzioni».
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