Tra gli emendamenti presentati in commissione Bilancio alla Camera alla manovra finanziaria, il numero 41.029 propone di introdurre nuove disposizioni in materia di sconto per le farmacie. Il testo, infatti, imporrebbe due soglie di fatturato al di sotto delle quali gli esercizi sarebbero esentati dall’applicazione dello sconto (oppure non lo sarebbero ma potrebbero avvalersi di uno sconto pari al 60%). La proposta di modifica specifica inoltre in che modo occorre calcolare il fatturato annuo, ai cui fini «concorrono, le seguenti voci: il fatturato per i farmaci ceduti in regime di Servizio sanitario nazionale; la remunerazione del servizio di distribuzione reso in nome e per conto; il fatturato delle prestazioni di assistenza integrativa e protesica erogati in regime di Servizio sanitario nazionale e regionale; le quote di partecipazione alla spesa a carico dell’assistito».
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Al contrario, sono escluse «l’IVA; le trattenute convenzionali e di legge; gli importi che a titolo di sconto vengono trattenuti sul prezzo del farmaco nel determinare le somme da rimborsare alle farmacie convenzionate; la quota a carico dei cittadini; la quota a carico dei cittadini, ai sensi dell’articolo 7, comma 4, del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405; la remunerazione delle ulteriori prestazioni per i servizi erogati dalle farmacie ai sensi del decreto legislativo 3 ottobre 2009, n. 153».
«Si tratta di un provvedimento sbagliato – commenta a FarmaciaVirtuale.it Alfredo Orlandi, ex presidente del Sunifar – perché in questo modo non si dà un aiuto da parte dello Stato alle piccole farmacie ma si impone una forma di solidarietà interna alla categoria. Le farmacie al di sotto dei 150.000 euro risparmieranno circa 3-4.000 euro annui, ma a fronte di ciò ci sarà un aggravio importante per altre. La realtà è che si toglie ai poveri per aiutare coloro che sono ancora più poveri. Inoltre, si mette in dubbio tutto il lavoro fatto da diverse Regioni e Province autonome. E la norma andrà ad influire anche sul compenso dato per la Dpc, perché a seconda del fatturato esso aumenta o diminuisce».
Secondo Orlandi, poi, «in questo modo si si spacca il sindacato, perché l’obiettivo del Sunifar in passato è stato di aiutare tutte le farmacie rurali, certo in misura diversa le une o le altre, ma tutte. Di questo provvedimento, insomma, non si sentiva l’esigenza, poiché rompe alcuni equilibri e crea tensioni nelle Regioni. Eppure non abbiamo sentito alcuna voce contraria a questo emendamento da parte del sindacato. È per questo che alla prossima assemblea nazionale di Federfarma, il 13 dicembre, chiederemo che si affronti la questione».
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