antibiotico resistenzaNei giorni scorsi il Pharmaceutical Group of the European Union ha pubblicato un documento nel quale propone una serie di misure finalizzate a migliorare la lotta alla antibiotico-resistenza. Partendo dal farmacista come figura centrale nei sistemi sanitari, in grado di garantire al paziente un punto di riferimento continuo. Tuttavia, c’è chi ritiene che la questione sia ben più ampia e che anche la categoria dei farmacisti debba fare autocritica. La nostra testata ha raccolto l’opinione della farmacista Bianca Peretti, secondo la quale «da un punto di vista pratico, l’unica vera soluzione per bloccare l’abuso di antibiotici è dispensarli solo a fronte di ricette non ripetibili. D’altra parte si tratta di farmaci che non sono ripetibili per definizione: cosa c’è di ripetibile in una terapia per uno stato acuto? Il fatto che la ricetta duri sei mesi non ha senso. Ora, a questa osservazione l’obiezione che può essere mossa è che passando per la mutua si tratta di fatto già di una prescrizione non ripetibile. Ma il punto è anche psicologico: quando viene prescritto un medicinale con una ricetta non ripetibile anche il medico presta maggiore attenzione. E purtroppo mi è capitato di assistere a prescrizioni che a volte vengono fatte con troppa superficialità». Di qui la critica «non solo ai medici ma al sistema intero, farmacisti e pazienti inclusi. Personalmente insisto sempre nel sottolineare ai clienti che la ricetta non rappresenta un mero atto burocratico, ma il risultato di un atto medico, che passa per una visita. Eppure a volte ci sono pazienti che insistono, farmacisti che magari chiamano il medico, si fanno mandare una prescrizione via mail e chiudono così la faccenda». Secondo Peretti «non si tratta di un problema solo italiano ma che nel nostro Paese è accentuato dalla questione delle ricette. Ho assistito personalmente alla vicenda di un’italiana che si è recata in una farmacia del Regno Unito chiedendo un antibiotico. Le è stato risposto in modo categorico di recarsi prima dal medico, e quest’ultimo ha chiesto per quanti giorni la paziente sarebbe rimasta sul suolo inglese: per tre giorni di soggiorno, sono state prescritte solamente tre pasticche… Questo per dire che sì, i farmacisti sono vicini ai cittadini, ma la superficialità sul tema è generalizzata: occorre cambiare completamente l’approccio alla terapia e farlo tutti».

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