No alla fusione dei municipi: rischiamo problemi importanti sul piano sociale e della salute. La presa di posizione – riferisce il Corriere delle Alpi – è di Roberto Grubissa, presidente di Federfarma Belluno e membro del direttivo di Sunifar. La questione riguarda la possibilità, per i comuni di determinate dimensioni, di accorparsi. Un’eventualità che, secondo il dirigente, «rischia di impoverire identità e servizi spendendo di più, con conseguenze gravi anche sui servizi sociali e sanitari». Alla metà di dicembre 2015, il presidente dell’associazione Sunifar, Alfredo Orlandi, aveva illustrato un protocollo di intesa sottoscritto assieme all’Anpci (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia) e a Federanziani. L’obiettivo del documento, aveva spiegato il sindacato unitario dei farmacisti rurali, era di «coordinare programmi e azioni volte alla tutela delle popolazioni dei piccoli comuni, in vista della legge Delrio che prevede l’accorpamento delle funzioni amministrative di tutti i comuni con meno di 5 mila abitanti. La lotta alla desertificazione dei piccoli comuni, che pregiudica maggiormente la popolazione più anziana, passa attraverso la tutela dei presidi pubblici e dei servizi che li hanno da sempre contraddistinti. Tra questi certamente ci sono le farmacie rurali, capillarmente distribuite su tutto il territorio nazionale». «Nei prossimi mesi – ha aggiunto Grubissa – sarà organizzato da Sunifar e Anpci un incontro anche nel Bellunese per discutere con i sindaci locali di servizi al cittadino, tutela della salute e amministrazione efficiente. Il primo si è svolto ieri pomeriggio a Domegge, mentre domani saremo nella palestra di Taibon Agordino alle 20.30. Nel bellunese sono ormai numerosi i sindaci che hanno affermato la propria contrarietà alle fusioni. Molti, come quelli di Seren del Grappa e San Gregorio nelle Alpi, hanno aderito alle istanze dell’Anpci. L’auspicio è che sempre più comuni aderiscano a questi incontri e partecipino ai tavoli di discussione a tutela di servizi ai cittadini o, come nel caso delle farmacie, a tutela dei pazienti contro logiche di profitto o risparmio economico che sono in antitesi rispetto alla promozione dei servizi sociali».
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