«La tempesta Covid è stata un banco di prova epocale per la sanità italiana, di cui ha messo in evidenza criticità e annosi problemi irrisolti, ma ci ha anche restituito una grande consapevolezza: il valore del nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn) e di quell’insostituibile patrimonio di competenze, passione ed energie che i professionisti sanitari mettono ogni giorno al servizio dei cittadini. È con questo spirito che dobbiamo festeggiare i 45 anni del Ssn e lavorare uniti per rispondere alla sfida che abbiamo davanti di modernizzarlo e renderlo sostenibile, preservandone i principi fondanti di universalità, uguaglianza e equità». Sono le parole di Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), in occasione delle celebrazioni per il quarantacinquesimo anniversario della nascita del Ssn che ricorre il prossimo 23 dicembre.

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Piramide demografica invertita. Mandelli ha aggiunto che «la tutela di un universalismo reale e compiuto, che è la vera ricchezza del nostro servizio sanitario non può che passare dal rafforzamento dell’assistenza sul territorio, cioè laddove convergono i principali bisogni di salute delle persone. Dall’istituzione del Ssn, la piramide demografica si è ormai invertita, con sempre più anziani con patologie croniche che avranno sempre maggior bisogno di cure a lungo termine e di un’assistenza di prossimità, e sempre meno giovani che sostengono la produttività del Paese. Il che suggerisce anche l’esigenza, non più rinviabile, di porre la prevenzione al centro nella sanità del futuro, a garanzia della sostenibilità del sistema, oltre che del miglioramento dello stato di salute della popolazione».

I farmacisti nelle équipe multidisciplinari. Secondo Mandelli «in questa prospettiva, i farmacisti hanno dimostrato di essere un pilastro fondamentale del servizio sanitario e un punto di riferimento insostituibile per i cittadini, per competenza, affidabilità e capacità di risposta ai loro bisogni. Consolidare la presenza dei farmacisti all’interno delle équipe multidisciplinari, sul territorio così come in ospedale, vuol dire contribuire a migliorare la qualità dell’assistenza, l’accesso ai servizi di prevenzione e alle cure, presupposti imprescindibili per assicurare l’uguaglianza dei cittadini rispetto ai diritti sanciti dall’Articolo 32 della Costituzione».

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