emendamento pro ruraliFarmacie rurali, mondo della politica, futuro della professione. FarmaciaVirtuale.it ha raccolto l’opinione di Alfredo Orlandi, presidente del Sunifar.

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Qual è il bilancio che si può tracciare per il 2016 per le farmacie rurali? Io lo riassumerei in questo modo: fino a qualche tempo fa in pochi conoscevano realmente le farmacie rurali. Oggi, invece, non si fa altro che parlare di esse e del Sunifar. Soprattutto nel mondo della politica si può affermare che non fosse ben chiara neppure la differenza tra farmacie rurali e urbane. Non si sapeva quali fossero le peculiarità delle piccole farmacie.

Questo problema è stato perciò superato?
Consideri che non era mai successo che un ministro della Salute citasse in ogni sua argomentazione le rurali, il loro lavoro e i loro servizi. Da questo punto di vista abbiamo fatto quello che si doveva fare. Il lavoro a monte è stato notevole: abbiamo dovuto stabilire i contatti, spiegare in che modo operano le rurali. Il tutto in un periodo nel corso del quale sono cambiati quattro governi, e ogni volta occorre ricominciare quasi da zero.

Eppure guardando la vicenda dell’emendamento pro-rurali tutta questa consapevolezza non sembra essersi tradotta in atti concreti…
In realtà noi abbiamo lavorato su più fronti. Le faccio un esempio: abbiamo effettuato un lavoro in collaborazione con l’Enpaf per valorizzare la componente assistenziale per le farmacie rurali. Il contributo una tantum è quasi diventato un’una semper, tenendo conto che sono quattro anni che viene erogato. Per quanto riguarda l’emendamento a favore delle rurali che è stato escluso, non bisogna dimenticare che esso ha ricevuto numerosi e importanti sostegni e approvazioni.

Ma come si spiega che non sia stato inserito nella legge di Bilancio?
Il suo stralcio dal Ddl Concorrenza, per entrare nella legge di Bilancio era in qualche misura comprensibile. Poi però ci siamo trovati in un momento particolare, tra il referendum costituzionale e la caduta del governo Renzi. Sono parecchie le cose che sono saltate: perfino alcune riguardanti i fondi per la ricostruzione post-terremoto, si immagini. Però c’è un ordine del giorno, e noi non molliamo: quell’emendamento, prima o poi, sarà approvato. Come è stato nel caso degli altri due inseriti nel Ddl Realacci sui piccoli comuni, il primo che ha di fatto consentito di bypassare la norma che allargava la distribuzione alle farmacie ospedaliere. Il secondo che consente di superare un’alchimia normativa, e fa sì che oggi le farmacie possano svolgere servizi per conto delle Asl essendo remunerate.

Ciò basterà per le rurali in difficoltà?
Considerando che oggi siamo a circa 50% e 50% nella distribuzione tra noi e le ospedaliere, se rientra tutto in farmacia penso che sia qualcosa di particolarmente importante, assieme ai servizi.

Quante sono oggi le rurali in crisi?
Le rurali sussidiate sono 3.400 su 7.000 in totale. Tra di esse, quelle che presentano una situazione di oggettiva difficoltà sono circa 700. Il problema è che oggi esistono ancora farmacie in centri con meno di 5-600 abitanti. Inoltre occorre armonizzare l’indennità di residenza: in alcune regioni come Abruzzo e Molise si può arrivare a percepire fino a 25.000 euro. In altre siamo fermi ancora ai 475 euro della legge del 1968. All’epoca ci si comprava un’automobile con quei soldi…

A proposito di presenza delle farmacie: qual è il suo giudizio sull’andamento del concorso straordinario?
Sin dall’inizio avevamo detto che il concorso avrebbe dovuto rappresentare un premio di avanzamento per i farmacisti rurali. Un riconoscimento per chi aveva operato in contesti sociali ed economici difficili. I rurali avrebbero dovuto poter ottenere una sede migliore e lasciare quelle più disagiate ai giovani che cominciavano. Ma poi non è andata così. All’epoca, in un comunicato stampa mettemmo in guardia il governo Monti: spiegammo che, nel modo in cui poi il concorso è stato effettivamente impostato, non si sarebbe trattato di una misura “Cresci Italia” ma “Blocca Italia”, perché ci sarebbe stato un mare di ricorsi. Mi sembra che ciò sia puntualmente avvenuto.

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