Come riportato ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it, ad oltre un anno e mezzo dall’entrata in vigore della norma che consente alle farmacie di vendere online medicinali Sop e Otc, il numero di siti internet autorizzati alla cessione di tali prodotti risulta pari a 461 su tutto il territorio nazionale. Si tratta di 393 farmacie e di 68 parafarmacie. Ma come va interpretato questo dato? Si tratta di tante o di poche iniziative? Secondo Pasquale Marzano, farmacista imprenditore e responsabile del sito www.farmacia.it, «innanzitutto occorre sottolineare che stiamo parlando di farmacie che hanno deciso di chiedere l’autorizzazione per la cessione online di farmaci Otc. Non quindi di tutte le farmacie che possiedono un proprio sito internet, e di questo secondo dato è difficile ottenere numeri certi in termini di portali online attivi». Per quanto riguarda invece la prima categoria, prosegue il dirigente, «si tratta di poche iniziative, ma a mio avviso è normale così. Ciò soprattutto per una ragione finanziaria: mi domando quali risposte avremmo se chiedessimo a chi ha ottenuto l’autorizzazione alla vendita online di farmaci Otc, e ha aperto un proprio sito, quali siano gli orizzonti che si è prefissato in termini di ritorno sull’investimento. Secondo me in molti hanno le idee poco chiare su questo punto». Marzano, infatti, sottolinea che l’investimento può essere particolarmente elevato: «Io credo che ci possa essere spazio nel nostro Paese per 2, 3 o 4 grosse iniziative, che raccolgano più farmacie al fine di contrastare l’eventuale ingresso di grandi catene o di grossi retailer. Non credo che il “Davide” che apre il sito internet della propria farmacia abbia grandi possibilità contro “Golia”. Inoltre, occorre immaginare che per aprire un sito internet che abbia un pizzico ci interazione, ad esempio per gestire le giacenze in tempo reale, occorrono circa 3.000 euro. A questo occorre aggiungere ad esempio un database di fotografie. E soprattutto una persona che segua il portale, perché finché si fanno 30 o 40 scontrini al giorno, può forse bastare il personale della farmacia, ma quando questi diventano 200 o 300 al giorno, serve un collaboratore dedicato. Per questo, alla fine, non siamo lontani da 30 o 40.000 euro all’anno, il che rappresenta un costo proibitivo per una singola farmacia. Il mio consiglio pertanto è di consorziarsi, di partecipare ad un’iniziativa complessiva, anziché disperdere questi investimenti in mille rivoli».
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