Emendamenti Ddl concorrenza farmacie, Di Iorio (Federfarma): “Penso ne verrà chiesto il ritiro”

«Ritengo siano tutti emendamenti dei quali alla fine verrà chiesto il ritiro»: questa la posizione espressa dal presidente di Federfarma Campania, Michele Di Iorio riguardo i circa 700 emendamenti presentati al disegno di legge sulla Concorrenza, la cui discussione nell’Aula del Senato, secondo le ultime notizie, non comincerà prima della seconda settimana di ottobre. «Nel corso di un anno si era arrivati ad avere un testo definitivo condiviso con il Governo – prosegue Di Iorio – quelli presentati sono emendamenti che si contraddicono tra loro e vanno a smentire e mettere in dubbio degli accordi di massima già condivisi. È necessario, a mio parere, confermare il Testo che è stato liquidato dal Governo in tema di farmacie». Tra i punti fondamentali per Di Iorio, l’ingresso del capitale in farmacia e il tema della liberalizzazione dei farmaci di fascia C. «Deve restare il capitale in farmacia – sottolinea – su questo argomento, le attese sono molte. Nelle farmacie il capitale già c’è, basta avere debiti con un grossista o un fornitore. L’ingresso del capitale costringe i farmacisti a fare una profonda rivisitazione del proprio modello di gestione e costituisce un incentivo alle associazioni per stimolare i colleghi a migliorare la redditività e a trovare forme aggregative». Di Iorio ribadisce poi il suo “No” alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C. «Se questo non verrà negato, significa che il governo non è affidabile, ma non penso sia così – dichiara – Ritengo che, nello specifico, le parafarmacie siano dei normali negozi che debbano seguire le leggi di mercato, ma che non possano pretendere di distribuire i farmaci con ricetta». I tempi dell’iter in Senato per il Ddl Concorrenza, secondo Di Iorio, saranno ancora lunghi. «Io penso che si arrivi al prossimo anno – dice – Credo che l’attività del premier Matteo Renzi ora sia focalizzata soltanto sul referendum del 4 dicembre. Perché dovrebbe spingere all’approvazione di emendamenti che potrebbero scontentare ampie fasce di professionisti e operatori prima del voto referendario?».